Morgan-Freddie Mercury: riflessioni su alcune esagerazioni dei fan-ultras

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Morgan

Carmelo Bene in una puntata del Processo del lunedì disse che “i tifosi si chiamano così perché malati di tifo”. Vale per il calcio ma anche per la musica. Nello specifico mi riferisco ad alcuni rigidissimi tifosi dei Queen. Sul film ho letto commenti impietosi. Critiche da “Lo sapevate che?” da Settimana Enigmistica.
Ricordo un commento che sparava a zero sul film perché in un certo mese Mercury non aveva ancora i baffi mentre nel film l’attore li ha. Che errore tragico eh? A tutti è sfuggito che tra i produttori esecutivi del film ci sono May e Taylor. Se non hanno corretto loro le sviste chi mai avrebbe potuto farlo?
Tutto questo è niente rispetto a quanto sta accadendo rispetto alle reazioni sui social dello “speciale” andato in onda ieri sera in prima serata su Rai Due, che ha visto Morgan narratore ed esecutore della puntata su Mercury, più che sui Queen. Ora giustamente a tutti è concesso di criticare ciò che vedono in tv, ma sarebbe meglio formulare i giudizi conocscendo anche il contesto, vale a dire come è stato prodotto e in che tempi, lo speciale tv. A difesa di Morgan, casomai ne avesse bisogno, tanto meno della mia, è giusto informare gli acerrimi tifosi dei Queen, che il programma è stato realizzato in tempi velocissimi.
Non ci voleva molto a capirlo dato che la promozione è partita solo pochi giorni prima, quando chi lavora in tv, ma anche gli addetti ai lavori e i giornalisti, sanno benissimo che una prima serata televisiva richiede almeno tre mesi di preparazione. So che Morgan ha dovuto fare tutto da solo: scelta e studio del repertorio, scrittura dei tesi, scelta degli altri artisti abbinati come Musica Nuda, etc, etc,etc in tempi da record.
Se a questo aggiungiamo il fatto che non andava in onda da anni né in Rai, né in altre reti importanti in prima serata, ovvio che fosse particolarmente emozionato. Morgan oltretutto è un istintivo ed è il suo bello. Non è una macchinetta dello spettacolo, è un artista nell’accezione più nobile del termine.
Qualche irriducibile tifoso lo ha criticato perché aveva dei fogli davanti. Bene, e se avesse avuto la cartelletta come tutti i conduttori tv cambiava qualcosa? Si la cartelletta al posto di fogli sparsi, capirai. Magari se Morgan avesse avuto davanti un gobbo elettronico nessuno se ne sarebbe accorto, ma probabilmente non era disponibile, oppure non era disponibile o contrattualizzato un redattore che riscrivesse i testi e i dati sul pc e un tecnico video che li trasferisse sull’eventuale gobbo elettronico. Ma questa è produzione e la gente non la conosce.
Però voglio dire… qualcuno si ricorda di Vasco Rossi su Rai Uno da Modena quando Paolo Bonolis in diretta, in un momento di confusione, cosa normalissima in diretta in eventi come questi, chiamò addirittura uno sei suoi autori, Sergio Rubino a entrare in scena con tanto di copione in mano per ricordarsi il successivo momento in scaletta? Normalissimo, e non si può certo dire che Bonolis la televisione non la sappia fare… dato che in tv ci è praticamente nato. Bhè, allora nessuno battè ciglio, perché i fan di Vasco non badano alle quisquiglie ma al sodo.
Un altro commento che mi ha fatto spanciare dal ridere è stato: “Morgan non canta come Mercury”. Sublime. Ovvio che canta a modo suo, ma forse l’autore del post oltre a essere un ultras dei Queen lo è anche di Tale e Quale di Carlo Conti.
Ora ben vengano le critiche ma tutto si può dire tranne che Morgan non sia un musicista preparato, colto e competente. Anche il più grande musicista del mondo, se non è messo in condizione di dare il meglio può commettere qualche errore, ma poi perché non cogliere nell’errore anche un normalissimo segno di verità e di emozione? Nella storia della televisione italiana qualche star è divenuta tale proprio per gli errori commessi. “Lei è caduta sull’uccello, signora Longari” disse in diretta Mike Bongiorno a una emozionata concorrente. Beh, mezza Italia lo ricorda per questo, come mezza Italia ricorda Sgarbi per la parola “Capre”, mica per tutte le lezioni d’arte fatte in tv.
Qualcuno ha persino scritto «Orrore, Morgan ha detto “gli altri dei Queen” senza ricordare i loro nomi». Bene, poteva anche citare i loro codici fiscali allora. C’è bisogno di ricordare i loro nomi e cognomi quando li conoscono tutti? Evidentemente sì.
Una volta scrissi una puntata di Top Secret sull’assassinio di John Lennon. La produzione aveva acquisito un documentario incentrato sull’omicida, Mark David Chapman, ancora detenuto in galera. Dato che era in lingua inglese lo feci tradurre e poi in montaggio dovetti portarlo da cinquanta minuti a 15 perché il format aveva una parte in studio con approfondimenti degli ospiti. Puntai quindi al sodo montando la storia dell’omicida e la successione degli eventi del delitto, compresa la preparazione. Finito di montarlo, il funzionario televisivo mi disse che avrei dovuto accorciarlo di cinque minuti e mettere in testa una scheda che spiegasse chi era John Lennon. Obiettai che era superfluo… era meglio concentrarsi su Chapman anche perché in studio avremmo parlato del delitto, con il criminologo Massimo Picozzi e altri ospiti. Mi rispose seccato: “Roberto, devo ricordarti che il pubblico televisivo è ignorante?”.
Quella frase me la ricorderò sempre perché testimonia inequivocabilmente che la cultura televisiva è inferiore a quella di Wikipedia. Dev’essere nozionistica, scontata fino al midollo. Dunque andava spiegato chi fosse John Lennon. Questo accadeva nell’anno 2000. 19 anni dopo il popolo dei tifosi reclama che chiunque vada in onda debba dire per forza i nomi e i cognomi dei componenti di una delle più note rock band del mondo, come se nel frattempo non fossero nati la rete, i cellulari, Wikipedia, le riviste rock e persino i quiz di interesse generalista e le tribute band. La domanda sorge come un serpente incantato da un flauto indiano. Ma che gliene frega agli informatissimi e competentissimi tifosi dei Queen di sentire come si chiamano i componenti della band? Mah ……
Potrei andare oltre ma più che il sottoscritto dovrebbero andarci i tifosi ultras dei Queen che non si sono accorti che Canale 5 manda ancora in onda un tributo ad Albano. Se si fa ascoltare la musica dei Queen in Rai in prima serata e si parla di loro e di ciò che ancora significano per intere generazioni non è un bene? Si certo, basta che però chi conduca non abbia i fogli davanti e ricordi i nomi, cognomi, date di nascita dei componenti altrimenti non è un bravo musicista e non sa comunicare in tv.

Ha iniziato a lavorare nella discografia nel 1975, collaborando tra gli altri con Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Roberto Benigni, Skiantos e Roberto Vecchioni. Per la TV, è stato capoprogetto e autore di innumerevoli programmi musicali e produttore esecutivo di molti format. Ha scritto per Antonio Ricci, Piero Chiambretti, Gene Gnocchi, Serena Dandini, Simona Ventura, Mara Maionchi e tanti altri. Inoltre ha pubblicato sei libri, tra i quali Skanzonata (Skira editore), Talent shop – dai talent scout a Talent show (Arcana), Cesate Monti, l’immagine della musica (Crac Edizioni) e Artisti in galera (Skira). È anche regista di video clip, film e documentari biografici. Ha vinto un Premio internazionale con il film Il sogno di Yar Messi Kirkuk . Attualmente è regista del tour teatrale Love & Peace di Shapiro-Vandelli. Scrivere è la sua passione.

3 COMMENTI

  1. Bravo Roberto. C’era bisogno che qualcuno dicesse le cose come stanno a questo gregge di pubblico che ci ritroviamo in Italia.

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