Il cinema di Carl Theodor Dreyer

Domenica 10 e domenica 24 febbraio 2019 presso il Mic- Museo Interattivo Cinema Milano due appuntamenti imperdibili, Ordet- La parola e Gertrud, del grande maestro danese

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Foto film Gertrud

Regista e sceneggiatore il cui stile ha influenzato la storia del cinema

Voleva fare il giornalista Carl Theodor Dreyer, un ragazzo poco fortunato cresciuto in una famiglia adottiva incapace di dargli amore.  Fortunatamente dentro di lui alberga una sensibilità artistica non comune che lo porta inizialmente a studiare il pianoforte. In seguito diventa cronista di un giornale di provincia e poi addetto alle didascalie per la Nordisk Films Compagni. In pochi anni il mondo del cinema è la sua casa e nel 1920 riesce a dirigere il suo primo film Pagine dal libro di Satana caratterizzato da scenografie scarne e da un linguaggio narrativo originale che lo impone come una personalità cinematografica di spessore. Trasferitosi in Francia studia gli atti del vero processo che portò al rogo la Pulzella d’Orleans, la cui vita lo attrae fortemente. Nel 1928 gira così La passione di Giovanna d’Arco, una pellicola apprezzata in tutto il mondo, ma di scarso successo commerciale. Nell’ estate del 1931 è la volta del mitico Vampyr, geniale rappresentazione fantastica e inquietante. Nel 1943 firma Dies Irae girato in Danimarca durante l’invasione tedesca e incentrato sul processo di una presunta strega nel XVII secolo. Il film finalmente incontra l’interesse del pubblico anche se la critica lo accoglie malissimo. Del 1955 è Ordet- La parola (domenica 10 febbraio ore 17,15), stupendo dramma basato su due diverse concezioni etico-religiose e premiato quell’ anno alla Mostra del Cinema di Venezia con il Leone d’Oro, che narra la storia di Borgen, l’anziano proprietario di una fattoria e i suoi tre figli: Mikkel, Johannes e Andersen. Il primo, Mikkel è ateo e sposato; il secondo, Johannes è affetto da mania religiosa e il terzo, Andersen, il più giovane, vorrebbe sposare la figlia di un sarto, ma deve combattere contro l’opposizione dei genitori.  Nel 1964 Dreyer conclude il suo percorso cinematografico con Gertrud (domenica 17 febbraio ore 17), altro capolavoro e sublime ritratto tragico di una donna che preferisce la solitudine ai compromessi della vita. Anche in questo caso ingiustamente la critica nella grande maggioranza lo giudica con eccezionale cattiveria, ma non potrà impedire a Carl Theodor Dreyer di ritagliarsi un ruolo fondamentale nella storia mondiale del cinema.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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