Bentornato Presidente

Bisio, cioè Peppino Garibaldi, già Presidente della Repubblica, passa a Presidente del Consiglio.

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Bentornato Presidente
di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi
con Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi.
Voto Di sfiducia

Peppino Garibaldi, che già fu presidente della Repubblica spontaneo e casereccio (a cazzo) in Benvenuto Presidente, lascia le capre e i boschi per questioni sentimentali e per stare vicino al suo amore tornato al Quirinale accetta di farsi nominare Presidente del Consiglio in questa Italia in cui le due forze di governo alleate, Precedenza Italia e Movimento Candidi, hanno bisogno di una figura terza da manovrare come un burattino (o una marionetta: il film spiega la differenza non solo filologica…). Qualcuno sta tramando per rovinare l’Italia e Peppino smaschera la talpa che dall’interno lo usa per manovrare con i Poteri Finanziari Stranieri per guadagnare dai titoli di Stato alzando lo spread. Come la smaschera? Proponendo  l’unica cosa che farebbe alzare lo spread a dismisura perché gli italiani (egoisti) si incazzerebbero: una legge per far pagare a tutti le tasse con controlli incrociati. Pena lo sciopero dello Stato. Il film ha due problemi: il primo è che per quanto siano ridicoli e incongrui il Movimento Candidi e Precedenza Italia nella finzione, non riescono a fare meglio degli originali al Governo. Il secondo è che anche nella finzione la colpa è sempre di un complotto. Viene da paragonare il rapporto tra Governi e Commedia all’Italiana: il tasso di cattiveria e di denuncia era direttamente proporzionale alla qualità dei governi. Qui è basso.

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