Premio Oscar 2019 a Miglior regista, Miglior film straniero e Miglior fotografia
Roma è un quartiere di Città del Messico nel quale vive una famiglia altoborghese composta da Maria e Antonio (una coppia in crisi), la nonna, i loro quattro figli, il cane e Cleo, la domestica india impegnata in numerose incombenze. È il 1970 e il Messico è attraversato da conflitti sociali e politici drammatici con la rivolta degli studenti soffocata dalle squadracce fasciste addestrate dall’ esercito. Un giorno Cleo scopre di essere stata messa incinta dal suo fidanzato, aggregato al gruppo dei picchiatori, che l’abbandona senza troppi scrupoli. Anche Antonio, il marito se ne va di casa con la sua amante lasciando il fardello della gestione familiare a Maria. Girato con uno splendido bianco e nero e tratto dai ricordi d’ infanzia dello stesso regista, il film, una metafora sulla società messicana fragile, confusa, smarrita, dove tutto è contraddittorio come la nuova ricchezza accumulata da una classe latifondista al potere che sfrutta la miseria degli ultimi, si ispira ad un fatto reale, il cosiddetto Holconazo, una strage avvenuta il 9 giugno 1971 ad opera di un gruppo paramilitare noto come Los Holcones (i Falchi). Prodotto e distribuito da Netflix, Roma, uscito solo in alcune sale italiane per pochi giorni, è stato al centro di una polemica tra gli esercenti. Il circuito cinematografico tradizionale, Anec, Fice e Acec, ha rifiutato di proiettare la pellicola, mentre quello più alternativo (le nuove sale legate all’ associazionismo culturale) ha accettato di proporlo al suo pubblico.