Un viaggio a San Francisco non può definirsi concluso senza una visita alla prigione più famosa del mondo: Alcatraz. La sua forma, la sua storia, le sue leggende sono così iconiche che basta il suo nome per incutere timore. Ormai chiuso dal 1963 l’isola è diventata un parco nazionale visitato ogni giorno da migliaia di persone.
Data la sua posizione strategica al centro della baia di San Francisco, l’isola fu utilizzata inizialmente come postazione per un faro durante la guerra tra USA e Messico, come forte durante la guerra civile, e solo in seguito venne convertita a edificio carcerario.
Percorrere la prigione lascia un profondo senso di inquietudine, vuoi per il clima che si respira, vuoi perchè sembra quasi paradossale che un penitenziario di massima sicurezza in cui i diritti dei detenuti erano ben al di sotto della dignità umana, possa essere considerato un “parco da visitare”. Si rimane basiti nel vedere questi enormi corridoi in cui le celle minuscole si susseguono una dopo l’altra uguali, perdendosi a vista d’occhio. Impressionano le storie dei prigionieri, tutte diverse, ma tutte accumunate da un unico denominatore: odio e cattiveria.
Ma l’isola ha una storia che va oltre il suo carcere: il suo particolare ecosistema attrae i gabbiani della baia ,che da decenni si riproducono proprio su quelle rocce. Inoltre nel 1969 (6 anni dopo la chiusura) un gruppo di nativi americani rivendicarono l’isola occupandola per oltre un anno con l’intenzione di fondarvi un centro culturale per protestare contro le politiche adottate dal governo nei loro confronti. Ancora oggi si possono trovare delle scritte che ricordano questa occupazione.