Il grande cinema di Sergio Leone

Dal 27 aprile al 3 maggio 2019 al Cinema Spazio Oberdan Milano cinque capolavori del cantore del West

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Foto film C'era una volta il West

A trent’ anni dalla scomparsa del papà del cinema spaghetti-western

Figlio d’arte, l’attrice del muto Bice Valerian e di Roberto Leone, in arte Roberto Roberti, grande cineasta emarginato durante il fascismo, Sergio Leone nasce a Roma il 3 gennaio 1929. Dopo una lunga gavetta come assistente e aiuto regista in alcuni kolossal hollywoodiani girati a Cinecittà nel 1961 debutta dietro la cinepresa con Il colosso di Rodi, pellicola in cui emergono già alcune caratteristiche del suo cinema: le angolazioni originali, le panoramiche di 360 gradi, un montaggio spettacolare e uno stile del tutto personale. Sergio però ha già in mente di rivisitare il genere western, che ad Hollywood è in declino. Nel 1964 gira con un budget bassissimo Per un pugno di dollari ispirato a La sfida del samurai di Akira Kurosawa. Il film esce il giorno di Ferragosto a Firenze e ottiene subito un successo strepitoso decretando così la nascita di un nuovo genere.  Segue nel 1965 Per qualche dollaro in più (lunedì 29 aprile ore 21), storia di due pistoleri, Il Monco e un ex colonnello di nome Martinez, alla caccia di un bandito messicano, la cui taglia fa gola a molti. Nel 1966 tocca a Il buono, il brutto, il cattivo (domenica 28 aprile ore 17) ambientato durante la guerra di Secessione. Tre pistoleri si contendono un tesoro nascosto in un cimitero, mentre infuriano battaglie sanguinose, campi di concentramento e sparatorie. Tutto si risolverà in un emozionante regolamento di conti finale. Nel 1968 su soggetto di Bernardo Bertolucci e Dario Argento, il regista firma C’era una volta il West (venerdì 3 maggio ore 18), uno dei suoi western più ambiziosi e un omaggio agli stereotipi del genere, che si configura anche come una grande epopea della frontiera americana. Protagonista un meticcio impegnato nell’ inseguimento del capo di una banda al servizio della Union Pacific durante la costruzione dell’imponente ferrovia realizzata per unire il continente nordamericano da costa a costa.  Nel 1971 Leone, il cui merito è anche quello di aver lanciato o rilanciato Clint Eastwood, Charles Bronson, Lee Van Cleef, Gianmaria Volontè, James Coburn, porta a termine un’opera innovativa Giù la testa (mercoledì 1 maggio ore 18,30) caratterizzata da primi piani arditi, da silenzi, dalle belle musiche di Ennio Morricone e dal montaggio di Nino Baragli. Nel  1984 è la volta di  C’era una volta in America (sabato 27 aprile ore 19,15),  l’ ascesa e il declino di due gangster ebrei di New York, amici per la pelle.  Grande affresco sulla società e sul cinema americano, il film è di fatto il commiato di Sergio Leone, che muore improvvisamente il 30 aprile 1989, mentre sta preparando un kolossal sull’ assedio di Leningrado.

 

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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