Un viaggio da Williams, Arizona (il paesino più vicino al Grand Canyon) a Los Angeles, con le sue 500 miglia, può sembrare lungo e noioso. In realtà, con gli opportuni accorgimenti, può rivelarsi molto interessante, e il merito è proprio (citando Kerouac), della strada, e non una strada qualunque, la Route 66.
Inaugurata nel 1926, la Route 66 serviva a collegare Chicago con Los Angeles e passava per ben otto stati (Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Nuovo Messico, Arizona e California). Ben presto divenne un punto di riferimento per tutti i grandi spostamenti verso ovest tanto che supportò l’economia delle comunità attraverso le quali passava. È stata ufficialmente rimossa dal sistema delle highway nel 1985, quando fu rimpiazzata dall’Interstate Highway System.
Va detto che anche se è stata cancellata, l’80% abbondante della strada più famosa del mondo è ancora percorribile. In particolare ci sono dei paesini che ancora oggi sopravvivono grazie alla Route 66. Noi ne abbiamo visitati 2: Seligman in Arizona e Amboy in California.
La cittadina di Seligman è stata l’ispirazione del film Cars: fondata nel 1895 vide il suo massimo splendore grazie al completamento della ferrovia, di cui fu un importante scalo. Successivamente divenne uno snodo importante della Route 66 (che fu il principale guadagno della città), ma con il declino e la cancellazione della strada, Seligman iniziò ad essere tagliata fuori e oggi ha solamente 445 abitanti.
Amboy invece è una vera e propria città fantasma. La sua popolazione è di 4 abitanti e, semplicemente, è composta da quel che fu il Roy’s Motel and Café, un locale una volta molto popolare che, col tempo, è diventato un simbolo e meta per appassionati on the road.
Percorrere quella strada, nel pieno deserto (a 38°), sentendo solamente il rumore del vento, ti fa sentire parte integrante di un Paese che non si ferma mai, in costante movimento e mutamento, ma sempre ancorato alle proprie origini.