A 25 anni dalla scomparsa di Kurt Cobain tra le letture consigliate bisogna aggiungere sicuramente l’ultimo ritratto offerto da Danny Goldberg, ex manager dei Nirvana. Serving the Servant: Remembering Kurt Cobain, pubblicato da HarperCollins nell’edizione italiana, vuole offrire, nelle parole dell’autore, un nuovo modo di vedere la storica voce dei Nirvana.
Sfogliando le pagine di questa biografia di Kurt Cobain, ripercorriamo la storia del leader dei Nirvana sin da quando era ragazzo: a raccontarla è Danny Goldberg, che di quella band è stato manager, e che ha conosciuto Kurt e Krist Novoselic quando erano ancora agli esordi col gruppo.
Senza troppi fronzoli Goldberg ci racconta la sua storia dei Nirvana, dagli esordi con la Sub Pop, fino alla firma con una major, la Geffen, vero e proprio trampolino di lancio per la band, tradimento per alcuni fan.
La registrazione di Nevermind, realizzato in sedici giorni, il successo del secondo album, la grande amicizia tra i Nirvana e i Sonic Youth, l’incontro con Courtney Love e l’eroina, i progetti futuri per il post-Nirvana. C’è tutto: il bello, il brutto, il buono e il cattivo tempo, con moltissimi aneddoti poco conosciuti. E c’è anche il tragico epilogo e le fumose ricostruzioni che ancora oggi lasciano tanti dubbi e interrogativi.
A ripercorrere la storia della band ci si accorge del rapporto privilegiato che Goldberg aveva con Kurt: non a caso questo libro non può essere considerato semplicemente come l’ennesima biografia di Kurt e dei Nirvana, ma come un ritratto autentico, fuori dagli schemi, realizzato dagli amici e dai compagni di band, in cui si cerca di raccontare il personaggio così com’era, accantonando ogni visione mitica e agiografica.