Storie di malavita, tatuaggi, musica e speranza
Nel Golfo degli Angeli, tra i quartieri e mercati di una Cagliari nascosta e l’ex carcere del Buon Cammino, il regista Pietro Mereu ha ambientato la sua opera che racconta la vita, tatuata sul corpo e marchiata da anni in carcere, di un piccolo gruppo di ex detenuti, Andrea, Massimo, Simone e Bruno, oggi pescatori di ricci nel mare della Sardegna nei mesi più freddi dell’anno. Un lavoro durissimo che, grazie a Gesuino Banchero e alla sua cooperativa di pescatori, è una seconda possibilità per restituire dignità a queste persone dimenticate dal mondo che cercano di superare il passato e prendere il controllo della propria esistenza. Sulle note delle Canzoni di Malavita di Joe Perrino, il film offre un amaro e autentico sguardo sulla vita dei carcerati e la loro lotta quotidiana per reintegrarsi nella società. Il ricciaio è un mestiere tradizionale della città di Cagliari (esiste da decine di anni) ed è svolto da persone che hanno bisogno di realizzare guadagni facili in quanto quasi tutti ex-carcerati. Il film ci mostra un mondo che non esiste più, quello della vecchia mala, fatta di omertà, carcere e tatuaggi brutti, ma con un significato profondo. ll clan dei ricciai è prodotto dalla Drive Production Company di Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore, Primo Reggiani e Eros Galbiati e realizzato con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del Comune di Cagliari – Fondo Filming Cagliari. Gli interpreti, con i loro visi vissuti, sono Gesuino Banchero, Andrea Venturi, Massimo Senis, Simone Mattana, Bruno Banchero e Joe Perrino. A introdurre la proiezione il regista Pietro Mereu, il produttore Eros Galbiati, l’interprete e autore delle musiche Joe Perrino, accompagnati da due testimonial d’eccezione per parlare di storie di malavita, tatuaggi e speranza: gli scrittori Marcello Fois e Nicolai Lilin.