Men in Black International
di F. Gary Gray
con Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Liam Neeson, Emma Thompson, Rafe Spall, Rebecca Ferguson
Voto: insomma
Per ricominciare la saga dei controllori di migranti alieni sulla terra basta far entrare un nuovo controllore politicamente corretto, donna, african american? La coppia che all’inizio del film va in giro ad aggiustare i guai e a sparaflashare i testimoni è bianca e maschile, Hemsworth e Neeson. Li comanda Emma Thompson. Li tiene d’occhio Tessa Thompson, che fin dall’infanzia sospetta l’esistenza di un corpo di superpoliziotti sopra l’FBI perché una volta ha salvato un alieno e non è mai stata sparaflashata. Ok. Si rivela, viene reclutata, addestrata in azione. Si riforma la coppia di Thor-Ragnarok, Thompson/Hemsworth, lei fa quella che sa tutto, Hemsworth riprende ia scarnificazione del suo mito muscolare come nelle ultime apparizioni di Thor, si sfotte da solo e fa il bellone un po’ tonto. Ha anche un segreto di cui prendere coscienza. È divertente? Ci sono gli effettoni? I dialoghi sono brillanti? Diciamo che c’è un assaggio di tutto, ma l’insieme sembra una scatola di montaggio di moduli pronti per costruire un Men in Black casalingo, e l’effetto finale, nonostante il tripudio visivo, è quello di un film radiofonico, perché troppe volte le avventure i protagonisti se le raccontano ancor prima di farle, e sembra di sorvolare un copione a bassa quota. È così che i film cercano disperatamente di diventare serial…
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