In questo mese di agosto 2019, invece di scegliere un “artista del mese”, come facciamo abitualmente, abbiamo scelto di dedicare i prossimi 31 giorni ad un “concetto” che più estivo proprio non si può: il tormentone. In fondo cos’è l’estate? Un tuffo in mare, una passeggiata in montagna, un gelato e una canzone da canticchiare, di quelle che poi ti ricordi per tutta la vita.
A volte (spesso) il tormentone sfocia nel trash, altre volte conserva sprazzi di dignitosa nobiltà e si ritrova ad essere tale magari un po’ per caso. Noi abbiamo scelto una canzone per ognuno degli ultimi 31 anni e siamo convinti che la lampadina dei ricordi tornerà ad accendersi per chi vorrà leggerci.
Partiamo dal 1988, l’anno delle Olimpiadi di Calgary e di Seul, l’anno dei nove Oscar vinti da Bernardo Bertolucci, l’ultimo anno di Ronald Reagan presidente degli Stati Uniti. Mentre il già stagionato Massimo Ranieri vinceva il Festival di Sanremo, la musica italiana scopriva un nuovo protagonista: Jovanotti.
Creatura di Claudio Cecchetto, ancora lontano da quella svolta da triplo carpiato che qualche anno dopo lo avrebbe fatto diventare un beniamino della critica e perfino dell’intellighenzia, al suo esordio Lorenzo Cherubini viene etichettato come l’emblema assoluto di quel “cretinismo” simbolo di una decade che di impegno politico e sociale non voleva proprio più sentir parlare.
Fatto sta che Lorenzo, con il suo primo album Jovanotti for President, spopola in radio e in tv. Il singolo che diventa il tormentone dell’estate è Gimme Five, grazie al quale Jovanotti vince anche il “premio rivelazione” al Festivalbar. All right.
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