Alberto Radius: un pezzo di storia della musica a Faenza

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L’estate è  il periodo di tormentoni  e della musica “usa e getta”.  Capita però, di trovarsi a parlare con uno dei pilastri della musica italiana e di essere catapultati in un’altra epoca, quella dei brani senza tempo, quella di quei pezzi che non si sa come, non si sa il perché, ancora oggi sono canticchiati anche dai più giovani.

Alberto Radius, che nonostante i decenni trascorsi a Milano vanta ancora un perfetto accento romano, è una persona di una simpatia e disponibilità rare. Il suo, più che un concerto, è un viaggio nel tempo: l’artista ha infatti lavorato con alcuni tra gli artisti più famosi  del nostro paese — Battiato, Loredana Bertè, Giuni Russo  — oltre che essere famoso per la sua Formula 3, band che supportava i concerti di Lucio Battisti  e per la quale gli stessi Battisti e Mogol composero diversi celebri pezzi, quali Questo folle sentimento ed Eppur mi son scordato di te.

Per la serata Radius, accompagnato dal tastierista Salvatore Bazzarelli, ha interpretato i suoi più grandi successi sia della carriera da solista (molti dei quali contenuti nel suo ultimo lavoro Antichi amori) che con la Formula 3, intervallati dal racconto di alcuni aneddoti per ricostruire la storia di ogni singola canzone. Tra i brani eseguiti, l’emozionante Che cosa sei e l’immancabile Nel ghetto, brano datato 1977 ma con un testo attuale come non mai, nate entrambe dallo storico sodalizio con Oscar Avogadro. Osservare l’entusiasmo e la voglia che Radius profonde nell’esibirsi, nonostante calchi da sempre il palcoscenico, fa capire allo spettatore cosa significhi davvero vivere per la musica. Un maestro per ogni musicista, per chiunque ami la musica e anche per me che sto scrivendo, in quanto mi ritrovo con  grande difficoltà a sintetizzare in poche righe la vita di un uomo che ha così tante cose da raccontare da poter tranquillamente scrivere un libro.

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