1998, l’estate canta la vita con Des’ree

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E siamo arrivati, così, al 1998: l’anno si apre con la grave accusa di molestie sessuali mossa dalla giornalista Paula Jones contro il presidente americano Bill Clinton: quest’ultimo, convocato dal Congresso a testimoniare in merito, nega in diretta mondiale che sia mai intercorsa una relazione con la stagista Monica Lewinsky (relazione che Clinton, di fronte a inconfutabili prove, finirà per dover confermare nell’agosto dello stesso anno), portando all’apertura della procedura di impeachment (era accaduto solo una volta, nella storia americana: nel 1974, quando Richard Nixon fu costretto a dimettersi allo scoppiare dello scandalo Watergate) per menzogna sotto giuramento, chiusasi nel 1999 con l’assoluzione da parte del Senato; ancora, la visita apostolica di Papa Wojtyla a Cuba diventa un evento storico: si tratta infatti del primo soggiorno ufficiale di un rappresentante della Chiesa Cattolica dall’inizio della rivoluzione comunista; in febbraio, un aereo militare statunitense trancia di netto i cavi della funivia del Cermis in Val di Fiemme: 20 vittime e ancora tante ombre sui risultati del processo a carico dei responsabili; a maggio nasce la moneta unica europea, mentre alcuni comuni del salernitano, dell’avellinese e del casertano vengono colpiti da una terribile frana, che causa danni ingenti e 137 vittime solo a Sarno (SA).

La Francia ospita i mondiali di calcio e conquista il trofeo sconfiggendo in finale il Brasile con un netto 3-0. E sempre in Francia, Marco Pantani compie l’impresa di conquistare nello stesso anno Giro d’Italia e Tour. A settembre, il mondo della Musica vede spegnersi una delle sue stelle più brillanti: muore infatti a Milano Lucio Battisti, che perde la battaglia contro una lunga malattia e lascia una eredità di canzoni e invenzioni stilistiche tale da rappresentare un vero e proprio patrimonio per le generazioni a venire.

Altro anno di gloria per il Cinema. Titanic arriva in Italia e fa piazza pulita delle pellicole concorrenti, ma negli States escono tre colossal d’impeccabile valore tecnico e narrativo: Salvate il soldato Ryan, dramma ambientato all’epoca dello sbarco degli alleati in Normandia il 6 giugno 1944, firmato dal maestro Steven Spielberg (che porta a casa il suo secondo Oscar come Miglior regista dopo quello conquistato con Schindler’s list  nel 1994) e guidato da un maestro altrettanto degno di tale titolo, Tom Hanks; Armageddon, che racconta di una Terra a un passo dal baratro a causa dell’avvicinamento di un enorme asteroide, e del suo salvataggio affidato a un team a capo del quale c’è un attore che di vite ne ha salvate tante, nella sua filmografia, trovandosi quasi sempre in situazioni piuttosto rocambolesche: Bruce Willis, qui nelle vesti di un padre chiamato a diventare eroe; Deep impact, ancora un asteroide, ancora una squadra di eroi per caso a tentare di distruggerlo, stavolta capitanati dal veterano (e sempre impeccabile) Robert Duvall: il presidente americano, statutariamente leader della resistenza contro una qualsiasi forza distruttiva e faro per l’umanità sopravvissuta, ha il volto di un saggio ed empatico Morgan Freeman. Si ride anche, però, con la folle commedia dei fratelli Farrelly Tutti pazzi per Mary, protagonista una Cameron Diaz irresistibile; e si riflette con The Truman Show, incantevole satira poetica e comica sulla deriva spersonalizzante e intrusiva preconizzata dal Grande fratello orwelliano: Jim Carrey, per la prima volta chiamato a interpretare un ruolo non prettamente giullaresco, sorprende e convince; Robin Williams commuove con la sua consueta fanciullesca dolcezza nel ruolo di Patch Adams, medico che crede nella terapia del sorriso; Nora Ephron firma un’altra piccola gemma romantica, C’è posta per te, con protagonisti la coppia Hanks-Meg Ryan, già perfettamente rodata dopo Insonnia d’amore (1993), e Richard Donner chiude con successo la saga di Riggs (Mel Gibson) e Murtaugh (Danny Glover) dirigendo il quarto capitolo di Arma letale.

DISCHI E TORMENTONI

Nel campo della Musica, il 1998 è senz’altro l’anno delle donne. Sono infatti tre artiste a raggiungere la vetta delle classifiche: Lauryn Hill, ex straordinaria voce dei Fugees (e attrice, nel 1993, per la seconda avventura cinematografica della Sister Act di Whoopi Goldberg, dal titolo Più svitata che mai), realizza il suo album d’esordio come solista — l’unico in studio —, The Miseducation of Lauryn Hill, dopo vent’anni ancora presente a pieno titolo in tutte le classifiche degli album più belli della storia della musica contemporanea. Per lei, dieci nomination ai Grammy e cinque vittorie, prima donna ad avere ottenuto in una sola edizione del premio un così alto numero di riconoscimenti; le fa eco la regina della pop music, Madonna, che in questo anno pubblica Ray of light: quattro Grammy, venti milioni di copie vendute e l’esordio al secondo posto nella Hot 100 di Billboard certificano il successo di quello che può essere considerato un album di rottura nella lunga carriera dell’artista americana, fortemente influenzato nei temi dal suo avvicinamento alle discipline filosofico-religiose della Kabbalah e del Buddismo, e caratterizzato nelle sonorità da una robusta impronta elettronica con venature di musica classica.

Ultima, ma non certo per importanza, Céline Dion: la sua My heart will go on, main theme della colonna sonora di Titanic, vince l’Oscar come Miglior canzone originale, 4 Grammy e un Golden Globe, vende più di 18 milioni di copie in tutto il mondo e porta il suo quinto album, Let’s talk about love, a conquistare decine di certificazioni diamante e multiplatino (31 milioni di copie totali). L’Italia, però, non sta a guardare: disco dell’anno è infatti Mina Celentano, che unisce i due carismatici artisti per un progetto tutto dedicato all’amore di grande successo (a oggi, è l’album più venduto della Tigre di Cremona). La cover e il libretto vedono i protagonisti in versione fumetto, un Paperino e una Paperina antropomorfizzati, e il singolo di punta, Acqua e sale, unico inedito, scritto dagli Audio 2, conquista anch’esso la certificazione platino.

Dopo questa carrellata di campionesse, però, ci appare doveroso citare anche due lavori discografici pubblicati dalle controparti maschili: Mezzanine, capolavoro dei Massive Attack, caposaldo della musica elettronica contemporanea e inserito da Rolling Stone nella chart dei 500 migliori album di tutti i tempi; e Canzoni per me, dodicesimo lavoro in studio di Vasco Rossi, più di un milione di copie vendute e 10 dischi di platino, Targa Tenco e Premio Lunezia come Album dell’anno (rispettivamente assegnate nel ’98 e nel ’99): con il singolo Io no, Vasco porta a casa anche la vittoria del Festivalbar.

Proprio restando sul Festivalbar, anche nel 1998 l’estate italiana è ricca di pezzi da ballare e intonare insieme tra una spiaggia e un karaoke all’aperto:i Simply Red con Say you love me, Pino Daniele con Amore senza fine, Elisa con Labyrinth, il duo Gazzè-Fabi con Vento d’estate, Lenny Kravitz con If you can’t say no, gli Ace of Base con Life is a flower, i Backstreet Boys con All I have to give, i Lighthouse family con High, giusto per citare alcune tra le canzoni più ascoltate in radio e nei jukebox (sì, allora esistevano ancora), e così risvegliare teneri ricordi in chi ci legge.

Tra tutti, come tormenton dei tormentoni noi abbiamo deciso di scegliere Life di Des’ree: primo singolo estratto dall’album Supernatural, con il suo testo nonsense che danza su una melodia solare e accattivante Life conquista il primo posto nelle chart di tutta Europa, e permette alla cantautrice inglese di vincere il Brit Award come Artista femminile dell’anno. Purtroppo, dopo il grande successo a cavallo tra la fine dei ’90 e il 2000, la sua carriera ha subito un progressivo declino, fino a fermarsi del tutto: l’ultimo lavoro discografico, Dream Soldier, risale infatti al 2003. Ma Life resta una colonna sonora perfetta per accompagnare momenti di pigra spensieratezza.

Una curiosità che ci appare rilevante parlando dell’anno nel quale è esplosa la DiCapriomania: Des’ree è anche l’interprete di (I’m) Kissing you, uno dei brani più amati della (magnifica) colonna sonora di Romeo + Juliet, psichedelica rilettura in chiave pop della tragedia shakespeariana firmata da Baz Luhrmann nel 1996 e considerata una delle pellicole di culto della generazione millennials. Sì, il Romeo romantico e disperato in camicia hawaiana e 9 millimetri in fondina era interpretato proprio dal bel Leo, nel surreale caso che qualcuno non avesse mai, neppure per curiosità, dato un’occhiata a quel DVD. Ah, se il caso surreale fosse proprio il vostro, correte a rimediare…

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Classe ’83, nerd orgogliosa e convinta, sono laureata con lode in ingegneria dei sogni rumorosi ed eccessivi, ma con specializzazione in realismologia e contatto col suolo. Scrivo di spettacolo da sempre, in italiano e in inglese, e da sempre cerco di capirne un po’ di più della vita e i suoi arzigogoli guardandola attraverso il prisma delle creazioni artistiche di chi ha uno straordinario talento nel raccontarla con sincerità, poesia e autentica passione.

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