Nell’ambito della 76.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Nato dallo spettacolo teatrale di cui era attore unico e regista, scritto a quattro mani con Chiara Lagani, questo VR movie nasce dalla collaborazione con Omar Rashid (co-regista del film) e il suo progetto multimediale Gold. Qual è l’allarme? Questo nostro tempo, il diffondersi del pensiero assolutista fomentato da un’informazione deformata di cui la nostra società è vittima. Le nuove tecnologie che hanno cambiato la comunicazione, se da un lato si propongono come democratiche, dall’altro facilitano la manipolazione del pubblico. È questo, il grido lanciato da uno degli attori più poliedrici e popolari del nostro cinema, che si trasforma in “grande dittatore” per sviscerare l’evolversi di una struttura sociale e politica dalla quale si rischia di non poter più tornare indietro. Elio Germano è stato Il giovane favoloso nel film di Mario Martone e ha lavorato nelle più variegate opere dell’ultima generazione italiana: da Diaz di Daniele Vicari a Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek, da La nostra vita di Daniele Luchetti a Suburra di Stefano Sollima e molti altri titoli. Oggi lavora a un progetto che, dopo un’intensa stagione di repliche a teatro, usa e allo stesso tempo critica la modernità del linguaggio scelto; la tecnologia più avanzata offre così uno spettacolo disturbante, pensato per scuotere e risvegliare le coscienze.