L’ex giudice di Masterchef Joe Bastianich debutta nel mondo della musica con il suo primo cd Aka Joe, nei negozi e sulle piattaforme digitali da oggi.
Interamente registrato a Los Angeles, il disco ci propone un profilo inedito dello chef (ritratto sulla copertina dall’artista di strada TvBoy), molto differente da quell’immagine a volte fin troppo burbera proposta per ben otto anni nel talent show culinario. «In questo album ho raccolto l’essenza più vera della mia vita», spiega Joe, «quella più intima, tra passioni, paure, ambizioni e amore. Racconta parecchio di me, ciò che sono, quello che ho fatto e che farò».
Joe Bastianich, che della passione per la musica non ha mai fatto mistero (un programma per Sky arte On the road, il rockumentary Jack on tour e un’esperienza teatrale Vino Veritas) si mette a nudo attraverso 12 tracce inedite, vigorose ritmiche rock blues con tratti di pennellate funky. «Avevo 13 anni e suonavo in diverse band ma ho sempre amato scrivere e raccontare storie, perché la parola narrata per me è basilare. Finalmente sono riuscito a unire le due cose che amo tantissimo».
C’è stata una causa scatenante che ti ha portato a entrare solo ora in sala di incisione?
«Non sono un musicista professionista ma varcati i 50 anni ho sentito la necessità di un cambiamento e ho colto l’opportunità con entusiasmo. Ho fatto televisione ottenendo un discreto successo, ora mi butto alla scoperta di un mondo che non è esattamente il mio, ma cercherò di conquistarmelo».
Quanto è stato difficile raccontarsi, in una manciata di canzoni?
«Più che altro è stato doloroso e emozionante. Ho raccontato l’amore, gli affetti, trattato tematiche sociali e della violenza legata al possesso delle armi. Grazie a questo disco capirete la mia visione del mondo e scoprirete il mio passato, di quando mi sentivo un ragazzino di ‘seconda classe’ perché proveniente da una famiglia di immigrati italiani. Amo guardarmi indietro per capire chi sono oggi».
Accennavi a Twenty snowflakes, un brano forte contro la violenza delle armi in America e nel mondo. Di quale storia si tratta?
«Di una sparatoria accaduta in una scuola vicino a casa mia, un fatto di cronaca terribile. Di fronte a questa notizia mio figlio Miles mi domandò il perché di certe cose, ma mi trovai impreparato, non avevo risposta perché una risposta non c’è. Questa canzone è una dolorosa riflessione».
E poi c’è Nonna (97 years). Un gesto meraviglioso, dedicarle un brano.
«Ho avuto la fortuna di essere circondato da donne forti. Nonna Erminia mi ha cresciuto con dei valori che per me rimangono veri e propri punti di riferimento. Lei è un po’ la responsabile di questo mio progetto, dato che mi ha sempre ripetuto: “Giuseppino, devi fare quello che vuoi nella vita’. Io le ho creduto».
Giuseppino?
«Sì (ride; ndr) mi chiama davvero così! ».
Se Aka Joe fosse un vino, quale potrebbe essere per te?
«Credo nei progetti che resistono nel tempo, tramandandosi di generazione in generazione. Io produco un vino che si chiama ‘Vespa bianco’, da anni lo assemblo personalmente e credo, assaggiandolo, ci sia la possibilità di conoscermi un po’ meglio. Lo stesso succede ascoltando l’album. Se poi si fanno le due cose contemporaneamente, si può vivere una vera esperienza mistica, erotica» (ride; ndr).
Partirai in tour nel gennaio del 2020 (dopo qualche data di rodaggio) ma prima sarai tra i protagonisti di due programmi televisivi, Amici Celebrities e Italia’s Got Talent. Ce ne vuoi parlare?
«Una follia vero? Amici Celebrities mi terrorizza ma trovo decisamente stimolante rimettersi in gioco, oltre ad avere l’opportunità di far conoscere la mia musica. Fosse per me proporrei solo brani di Aka Joe ma non si può, quindi sceglierò delle cover per interpretarle a modo mio. Non so cosa accadrà, ma sarebbe molto bello vincere! Circa Italia’s Got Talent niente da dire: il programma mi piace molto e spero di divertirmi parecchio».