Abbiamo incontrato Samuele Sartini, un professionista del mixer che da anni fa scatenare molti dei top club italiani con il suo sound. «Per me è stata un’estate molto positiva e vedo un grande fermento tra i locali. Non è un periodo facile, certo, ma mi sembra che oggi chi ha le idee chiare e lavora con professionalità riesca a far divertire i ragazzi con successo», ci dice subito.
Tra un party e l’altro, Sartini è riuscito a dare il suo tocco a uno dei pezzi più belli di questo periodo, ovvero Circles, di Post Malone. Il suo retouch, chiamato Samuele Sartini, Jonk & Spook ReTouch, è davvero perfetto per il dancefloor: «È una canzone che mi coinvolge davvero. Non ha una melodia ariosa, ma è una di quelle canzoni che può durare, che non ti stanca mai — continua Samuele —, e credo che Post Malone sia davvero uno dei talenti più interessanti di questo periodo» .
Come è andata la tua estate?
Ho avuto il privilegio di suonare davvero in tutta Italia quest’estate. Dalla Sicilia alla Sardegna passando per Gallipoli e pure per il Jimmy’z di Montecarlo. Dal punto di vista discografico, ho pubblicato “Keep On”, che è un pezzo house funky decisamente coinvolgente, su Enormous Tunes… ripeto: in tutta l’estate non ho trovato una sola situazione ‘scarica’, in cui la gente non aveva voglia di divertirsi.
E come vedi la nuova stagione autunno – inverno – primavera 2019 – 2020?
Sono ottimista perché vedo i locali in trend positivo. Credo che il clubbing stia cambiando ed evolvendo, mica morendo. Per questo chi sa essere professionista può ancora fare ancora tante belle cose, sia come gestori sia come dj. Il panorama è cambiato ma non sta finendo tutto.
Parliamo sempre delle cose negative, ma ci sono tante novità. Ad esempio i dinner show o i party “diurni” di qualità…
È vero. Ad esempio, domenica scorsa sono stato protagonista di un brunch pieno di groove e musica a Cala Zingaro, Milano Marittima, un luogo pieno di atmosfere ibizenche e sofisticate. Poi sono volato in Puglia, a Trani, un posto bellissimo, per una party al Vecchio e il Mare…
Come è cambiato il lavoro del dj?
Il 70% del lavoro è quel che fai in console. Chi ci arriva solo grazie alle conoscenze non può fare un buon lavoro sulla pista. Chi non è al passo con i tempi raramente viene confermato. Oggi più che mai conta la sensibilità, soprattutto nella scena che conosco, quella ‘house commerciale’: un dj non può imporsi, deve avere il tatto di ‘sentire’ davvero le nuove generazioni… le tendenze internazionali i ragazzi oggi le vivono con il telefonino, non dopo. Per questo essere aggiornati e plasmare il proprio sound insieme a ciò che fa ballare il mondo è essenziale. Attenzione, non voglio essere frainteso: non è che violento il mio gusto musicale o la mia personalità pur di lavorare. Io mi esprimo sempre a modo mio, ma lo faccio ‘sentendo’ il trend del momento.
In fondo è proprio questo il lavoro del dj: non certo mettere solo ‘la musica che piace a lui’, ma mettere la più bella musica del momento, a modo suo, in un certo contesto…
Giusto! E confermo che per me è proprio un periodo positivo. Quel che propongo nei party e nelle serate mi piace davvero e credo che il pubblico lo percepisca. Mi piace questo momento musicale, in cui le melodie contano. E sul dancefloor vedo che certe proposte piacciono proprio. Lavoro tanto sul set, sia dal punto di vista psicologico che tecnico, per questo mi sento molto cresciuto negli ultimi due o tre anni.
Il problema è che fare il dj sembra così facile, ma non lo è affatto…
In realtà, è vero che il primo approccio con la console non è affatto complicato. Il difficile è fare della console una vera professione. A me sembra che fare il dj sia più o meno come giocare a calcio. Si può fare a tanti livelli e ognuno ha la sua dignità. C’è chi gioca in Serie A e chi lo fa per divertimento. Fare il dj è ormai un vero mestiere a 360 gradi, con regole mai scritte. E tornando al calcio, se in campo il giocatore ha degli schemi e dei compagni, quando un dj è da solo, con dinamiche non facili. È un mestiere complicato. Nessuna serata e nessun locale ti cambia oggi le sorti una carriera. È a fine anno che tracci un bilancio di come è andata. E questo bilancio deve essere positivo.