Gli anni ’20 arrivano a Milano con il musical “Singin’ in the Rain”

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Paillettes e lustrini sbarcano al Teatro Nazionale di Milano con il musical Singin’ in the Rain, in scena dal 15 novembre 2019 all’11 gennaio 2020.

A tenere le fila di questo ritorno ai ruggenti anni ’20, Chiara Noschese, regista dello spettacolo, nonché interprete nel 1995 della prima edizione teatrale italiana dello stesso assieme al compianto Manuel Frattini, che ci ha lasciato poche settimane fa. Proprio a Frattini la Noschese sente di voler dedicare lo spettacolo «perché ogni giorno, durante le prove, è stato difficile riascoltare quelle musiche parte di tanti ricordi condivisi insieme —  ci dice — e ho dovuto farmi forza. Sono dei ricordi che resteranno per sempre indelebili nella mia memoria».

Lo spettacolo che vedremo a teatro sarà uno show elegante, semplice, divertente. Messe al bando le volgarità, è una ripresa di valori di un tempo che oggi sembrano lontani, coperti spesso da una coltre di sentimenti rabbiosi.

Ma Singin’ in the rain nell’immaginario comune è sinonimo di Gene Kelly, l’istrionico protagonista passato alla storia proprio per la scena del mitico ballo sotto la pioggia. E la pioggia ci sarà, cadrà copiosa su tutti gli attori, che dovranno dar prova di abilità cantando e ballando sotto l’acqua scrosciante.

A interpretare Don Lockwood sarà Giuseppe Verzicco, giovane performer con una già salda carriera alle spalle. «Mi sento tanto fortunato a far parte di questa squadra — racconta Verzicco — stiamo lavorando ad un progetto meraviglioso in tutti gli aspetti, spero che il pubblico lo riconosca e lo apprezzi. Ballare sotto la pioggia è una delle cose più incredibili che mi siano capitate».

Anche le attrici che rispettivamente vestiranno i panni di Lina Lamont e Kathy Selden, Martina Lunghi e Gea Andreotti, sono emozionate e grate di far parte del cast di uno show che promette di essere davvero spettacolare.

A promuoverlo, dopotutto, è la Stage Enterteinment, primo produttore europeo di spettacoli musicali, che già da un decennio regala all’Italia la magia del musical di Broadway.

Lo show è complesso da ogni punto di vista: dall’attrezzeria ai costumi, di cui si occupa Ivan Stefanutti, fino alle performance di danza «Ben tredici — ci spiega il coreografo Fabrizio Angelini —, di cui sei di tip tap. Non è una cosa usuale ed è molto stancante a livello fisico. Poi sono tutti microfonati anche ai piedi e dover riprodurre un suono unico è veramente difficile. Comunque i ragazzi sono bravi, ormai vengono preparati molto bene nelle Accademie di musical presenti in buon numero sul territorio nazionale».

Talento e grande professionalità, per un cast di giovani pronti a regalarvi un nuovo sogno, perché paragonarsi al mito non si può (e neppure si vuole), ma portare in scena una nuova versione che ci farà sognare è sicuramente alla loro portata.

Singin’ in the Rain

Nata a Foggia in un’estate di notti magiche in cui si inseguivano goal, a 19 anni parte prima alla volta di Roma per poi approdare a Milano. Ha iniziato a 20 anni a collaborare con riviste cartacee o web scrivendo principalmente di musica e spettacolo. Parla tanto, canta, suona (male), insomma pratica qualunque attività fastidiosa vi venga in mente. Per evitare di snervare eccessivamente chi le è vicino si è “sfogata” al microfono collaborando con alcune radio web e locali. Medaglia olimpica di stage non retribuiti.

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