David Bowie, quando un’icona diventa supereroe

Todd Alcott, sceneggiatore e artista grafico statunitense, omaggia l'indimenticabile Duca Bianco rendendolo protagonista di immaginarie cover vintage di fumetti sci-fi.

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Ziggy Stardust, Aladdin Sane, Halloween Jack, The Thin White Duke, The Goblin King, The Blind Prophet. Cantante, musicista, autore, attore, performer. Rock, punk, melodico, glam, dance. Eccentrico, innovatore, appassionato, principesco. Sfrontato, seduttivo, glaciale, etereo. Libero. David Bowie (QUI il nostro speciale) è stato tutto questo, e tanti altri sostantivi e aggettivi che suonerebbero vuoti alla lettura, ma troppo stretti se provassimo a vestire di essi il suo talento, prisma che catturava ogni sguardo e lo rifletteva sotto forma di colori, molteplici, potenti, delicati, contraddittori e incantevoli. Esattamente come lui. Meritevole del titolo di Artista come pochi altri, e come pochi altri capace di fare del suo caleidoscopio d’identità la propria identità, tracciando così, con quella lungimiranza che la cultura popolare attribuisce ai veggenti e la Storia ai geni, una moltitudine di sentieri che avrebbero condotto chi avesse voluto seguirli nelle più disparate direzioni sonore e visive, ma con un unico, identico punto d’approdo: il futuro.

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Lo sceneggiatore, regista e illustratore di Los Angeles Todd Alcott ha deciso di omaggiare Bowie realizzando delle splendide stampe da collezione nelle quali figura come un supereroe da comic americani degli anni ’50/’60, colorato protagonista di avventurose fantasie infantili così come il suo alter ego reale lo è stato della Musica moderna, punto di riferimento per generazioni di aspiranti astronauti che ancora oggi guardano alle sue liriche e alle sue invenzioni melodiche come a un pianeta dagli indecifrabili segreti, ma dalla irresistibile bellezza. «Bowie dressed as an androgynous alien, went out onstage and told his audience “You’re not alone, give me your hands”. I can’t think of a more encompassing gesture to a misfit. No matter how weird you were in your community, you would always find someone like you at a Bowie concert. During a time of my life when I felt incredibly isolated and alone, (Bowie was one of) the key artists who made me feel like I was part of a bigger world, an artistic continuum», queste le parole dell’autore.

Utilizzando come base delle cover preesistenti, Alcott ha successivamente inserito la figura di David Bowie e riferimenti ai suoi pezzi più noti e, disseminando qui e là Easter eggs che difficilmente sfuggiranno all’occhio clinico dei cinecomics nerd, è riuscito a creare delle estremamente realistiche — e curate nel minimo dettaglio — riproduzioni di pubblicazioni di quegli anni nei quali un nuovo spirito di rinascita sembrava animare il mondo, risvegliando negli occhi e nell’animo di chi le osserva oggi un sentimento di tenerezza e insieme un forte desiderio di recuperare un po’ di quella entusiasta ingenuità che il fallimento di progetti e ideali ha trasformato in (talvolta fin troppo) spietato realismo. We can be Heroes, just for one day: provarci non sarebbe già un buon inizio?

Per tutte le altre creazioni di Alcott, con protagonisti sia il Duca Bianco che colleghi del calibro di Bob Dylan, Elvis Costello e The Talking Heads, vi rimandiamo alla sua pagina su ETSY.

 

Classe ’83, nerd orgogliosa e convinta, sono laureata con lode in ingegneria dei sogni rumorosi ed eccessivi, ma con specializzazione in realismologia e contatto col suolo. Scrivo di spettacolo da sempre, in italiano e in inglese, e da sempre cerco di capirne un po’ di più della vita e i suoi arzigogoli guardandola attraverso il prisma delle creazioni artistiche di chi ha uno straordinario talento nel raccontarla con sincerità, poesia e autentica passione.

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