Antonello Venditti racconta la sua (fantastica) storia con musica e parole

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Antonello Venditti
@Silvia Saponaro

A 70 anni suonati, quasi 50 dei quali spesi a fare musica, Antonello Venditti dà l’impressione di non voler mai scendere dal palco. Per ogni concerto ci resta tre ore e mezzo abbondanti, regalando una trentina di canzoni (nessun medley, tutti brani eseguiti per intero, a volte persino con qualche coda strumentale) e tante parole: sono aneddoti, ricordi talvolta piuttosto intimi che ha deciso di condividere con migliaia di persone, osservazioni sulla società, sulla politica. Parla di droga e di suicidio, di donne amate o soltanto incontrate per caso, tradimenti subiti, amici, momenti di sconforto e sogni.

Tra un brano e l’altro, spesso Antonello è un turbinio di parole, e si capisce che tutti quei racconti lui li considera parte integrante dello show. Tanto che quando uno spettatore (uno solo) lo fischia e gli grida «canta!», lui si inalbera e lo manda a quel paese (anche se subito dopo si rende conto di aver ecceduto e accenna a delle scuse).
Che il concerto sarà lungo e articolato lo dice subito dopo aver cantato la prima canzone, Raggio di luna: «Ci sarà la parte diciamo così rituale, poi quella intima, quindi ci sarà spazio per Sotto il segno dei pesci, e ancora l’amore e alcune sorprese».

Ogni tanto “aggiorna” non solo gli arrangiamenti, ma anche qualche passaggio di testo. Per esempio quando, in Giulio Cesare, i mondiali dell’86 diventano del 2006, con Totti al posto di Paolo Rossi.

Il Forum di Assago è pieno in ogni ordine di posti, e per l’occasione sono tutti posti a sedere, anche in platea, dove di norma si sta in piedi. Ma questo non impedisce una forte partecipazione emotiva da parte del pubblico, che inizia con i cori quasi subito, ripetendo ad libitum “dai Cinzia torna a casa”, quando Antonello intona Piero e Cinzia. E poco dopo la platea canta praticamente dall’inizio alla fine Stella (andando avanti saranno parecchi i brani cantati in stile karaoke, da Lilly a Sotto il segno dei pesci a In questo mondo di ladri).

Antonello Venditti
@Silvia Saponaro

Bello l’allestimento scenico, ma senza eccedere. Sul grande schermo dietro le spalle di Antonello Venditti scorrono molti video d’epoca (spezzoni di Tg, immagini di manifestazioni di piazza, apparizioni in programmi televisivi di molti anni fa), a volte immagini private, come quando, durante Dalla pelle al cuore, si vede Francesco, il figlio avuto nel ’76 da Simona Izzo (alla quale dedica uno dei monologhi più accorati, raccontando la devastazione di cui fu vittima dopo la fine della loro storia).

Se non eccede con la scenografia, lo fa invece con i musicisti, portandone sul palco una quindicina. Nella prima parte si fa accompagnare da una super band composta da Alessandro Canini (batteria, percussioni, chitarre e direzione musicale), Derek Wilson (batteria), Amedeo Bianchi (sax), Fabio Pignatelli (basso), Maurizio Perfetto (chitarre), Toti Panzanelli (chitarre), Danilo Cherni (tastiere, Hammond), Angelo Abate (piano, Hammond), Vanessa Cremaschi (violino), Laura Marafioti (cori), Laura Ugolini (cori).

Poi si siede al piano e propone in solitudine tre classici (Compagno di scuola, Ci vorrebbe un amico e Notte prima degli esami). A questo punto canta integralmente le 8 canzoni che fanno parte del suo album più amato, Sotto il segno dei pesci, disco a cui è dedicato questo tour, chiamato “del quarantennale” perché quando è iniziato dovevano essere pochi concerti, ma dato il successo ha continuato ad aggiungere date, e in realtà andrà avanti fino a marzo del 2020.

Per questa parte Venditti chiama al suo fianco gli Strada Aperta, la band che iniziò a suonare con lui nel 1974. «Allora», racconta, «incidevo per la Rca. Io volevo utilizzarli anche in studio, ma i discografici continuavano ad opporsi. Così nel 1977, pur di averli con me, ruppi il contratto».

Ed ora eccoli di nuovo insieme. Gli Strada Aperta sono Rodolfo Lamorgese (chitarra acustica, armonica), Renato Bartolini (mandolino, chitarre), Claudio Prosperini (chitarra elettrica), Marco Vannozzi (basso). In più c’è Fabiana Sirigu al violino, in sostituzione di Carlo Siliotto.

Introducendo Francesco, racconta che è una canzone dedicata al suo amico De Gregori. Ovviamente un auto-assist formidabile per chiamarlo sul palco per cantare a due voci Bomba o non bomba. Manco a dirlo, è accolto da un’autentica ovazione.

Antonello Venditti
@Carlotta Passoni

Questo set si chiude con una versione molto psichedelica di Modena. Poi tornano on stage i musicisti della super band e inizia la tirata finale: Dimmelo tu cos’è, la già citata Dalla pelle al cuore, Unica, Che fantastica storia è la vita, Amici mai. Durante le prime note di Alta marea scatta una sorta di segnale e il pubblico seduto in platea si alza, tanti corrono sotto il palco, tutti cantano in coro sia Alta marea, sia i due brani successivi, Benvenuti in paradiso e In questo mondo di ladri. A chiudere il set regolare è un accenno a una rumba fatto dai musicisti, mente Antonello è già dietro le quinte.
Ma c’è tempo ancora per qualche emozione forte. Poco dopo infatti Venditti torna sul palco e (ri)chiama Francesco De Gregori. Cantano due super classici come Roma capoccia e La storia. Inutile dire che la gente non la smette più di applaudire.

Come ho già detto, questo sta diventando un neverending tour. Prima dell’appuntamento all’Olimpico del prossimo 5 settembre, per un concerto con l’amico di sempre Francesco De Gregori, il lungo tour nato per celebrare i 40 anni di Sotto il segno dei pesci prevede ancora quattro appuntamenti: il 20 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma, il 15 febbraio 2020 al Modigliani Forum di Livorno, il 29 febbraio al PalaInvent di Jesolo e l’8 marzo, per la data finale, Antonello Venditti festeggerà il compleanno all’Apollo di Londra.

Antonello Venditti
@Silvia Saponaro

Qui di seguito la scaletta del concerto milanese di Antonello Venditti

CON LA BAND

1.Raggio di luna
2. I ragazzi del Tortuga
3. Giulio Cesare
4. Piero e Cinzia
5. Peppino
6. Stella
7. Non so dirti quando
8. Lilly

SOLO PIANO
 9. Compagno di scuola
10. Ci vorrebbe un amico
11. Notte prima degli esami

SOTTO IL SEGNO DEI PESCI con gli Strada Aperta

12. Sotto il segno dei pesci
13. Francesco
14. Bomba o non bomba (con Francesco De Gregori)
15. Chen il cinese
16. Sara
17. Il telegiornale
18. Giulia
19. L’uomo e il falco
20. Modena

RIENTRA LA BAND

21. Dimmelo tu cos’è
22. Dalla pelle al cuore
23. Unica
24. Che fantastica storia è la vita
25. Amici mai
26. Alta marea
27. Benvenuti in paradiso
28. In questo mondo di ladri

BIS

29. Roma capoccia (con Francesco De Gregori)
30. La storia (con Francesco De Gregori)

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

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