Tolo Tolo

Zalone migrante: dall'Italia all'Africa e ritorno

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Tolo Tolo
di Checco Zalone
con Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya, Alexis Michalik
Voto: Zalone

L’italiano medio Checco che vuole sognare da imprenditore ma è sempre fesso e indietro con le tasse, inseguito dal fisco e dai fallimenti scappa in Africa, tutto griffato fino alle mutande, sempre vestito da italiano al mare, si mette in coda coi migranti africani per tornare in Europa (ma lui mira a un paradiso fiscale) e fa il percorso dei disperati, deserti, torture, barconi e naufragi compresi. Ogni tanto gli monta il Mussolini che è dentro di lui, si sente la musica di Faccetta Nera, dice cose sovraniste, poi un buon africano gli spiega che il razzismo è in tutti come una malattia sessuale e il rimedio è l’amore, lui paragona il fenomeno alla candida, e quello furbo gli frega l’idea per un bestseller. Intanto scopre l’amore vero e insegna a nuotare a un bambino africano: Tolo Tolo, cioè da solo, mentre in Italia, per sanare i debiti e avere sovvenzioni, i parenti mostruosi pregano che Checco sia morto così lo Stato paga.
Allora, c’è il consueto repertorio: le cose da non dire e da non fare perché non sta bene, cioè, il politicamente scorretto, rovesciato all’ultimo secondo contro di sè e contro lo spettatore. Già visto nelle canzoni, nei precedenti film con i figli di Maria, i jihadisti, i leghisti, i carabinieri, gli omosessuali, i ricchi, i fancazzisti e gli italiani da posto fisso in genere, in patria e fuori, e qui usato con gli italiani da reddito di cittadinanza, i parenti ruffiani, i politici ignoranti dalle carriere velocissime, i migranti traditori, i terroristi, i giornalisti vanesii e tutti i luoghi comuni che i politici si rimpallano nei telegiornali. Persino la canzone di lancio con il video Immigrato è riuscita contemporaneamente a fregare quelli che dicevano che era progressista e quelli che dicevano che era razzista. Come dire: lo Zalone sta negli occhi di chi lo vede. Differenze rispetto al film passati: sceneggiatura scritta con Virzì e stavolta regia di Luca Medici, cioè Checco Zalone in persona, e un mare di critici pronti a battersi il petto per non aver capito le puntate precedenti. Il pubblico andrà per ridere, gli esercenti sperano che sia una delle due o tre cose in attivo in Italia. Però…
A proposito, ricordate Mollo tutto di Jose Maria Sanchez con Pozzetto salumiere che stufo dell’Italia e degli italiani finiva truffato a Tunisi, senza un soldo e straniero in terra straniera e tornava in patria con i migranti (che ai tempi si chiamavano vu cumprà) per fare il domestico in casa sua? 1995…

 

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