Le Vibrazioni: “La cover della Oxa ispirata da Jeeg Robot. Il nuovo album? Forse in primavera…”

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Le Vibrazioni
© Chiara Mirelli

Gli americani (nel senso di nord-americani) usano una parola particolare — dark horse, il cavallo scuro — per indicare un outsider inaspettato, un vincitore che sbuca dal nulla, uno che riesce a farcela nonostante il pronostico non l’abbia messo neppure in competizione. Un po’ come accadde ad un certo Donald Trump quando, nel 2016, se la dovette vedere nella corsa alla Casa Bianca. E un po’ dark horses —  soprattutto dark, visto il look odierno — paiono anche Le Vibrazioni che, ieri, hanno cominciato ad incontrare i media in vista della loro prossima partecipazione a Sanremo 2020. Al Festival condotto da Amadeus proporranno Dov’è, una ballata decisamente delle loro. Molto pop nella sostanza e munita sia di un bel crescendo che di un facile ritornello che ti si appiccica immediatamente in testa. Una canzone fresca come l’acqua di un ruscello.

«Si tratta di un brano ragionato — esordisce Francesco Sarcina, outfit nero come il petrolio, occhiali da sole ed una vaga rassomiglianza col chitarrista Dave Navarro — scritto in vista di un Sanremo altrettanto ragionato. “Dov’è” è una canzone meno di pancia e costruita con l’aiuto di Roberto Casalino e Davide Simonetta (gli altri due autori. NDR). Perché mi sono rivolto a loro? Beh, forse per non essere troppo autoreferenziale. Sai, sono trent’anni che scrivo per Le Vibrazioni e il rischio era proprio quello: non uscire mai dalla comfort zone del gruppo».

Dov’è, tra l’altro, sciorina un argomento mica da ridere: ammettere a se stessi di essere felici. Non aver paura di godersi fino all’ultima goccia tutta la gioia che un individuo può provare in un determinato periodo della propria vita. “Un pezzo autobiografico”, per dirla alla Sarcina.

E la ricetta, per quanto non facile, è presto elencata. Il cantante/chitarrista de Le Vibrazioni non è certo un guru da quattro soldi e quindi si limita ad elencare il suo vissuto: «La mia gioia, da musicista, è che siamo ancora qua come band. Non è stato facile ritrovare quell’entusiasmo e difatti, in passato, qualcuno ha provato a rubarcelo, ma noi, per reazione, siamo stati fermi un bel pezzo (dal 2012 al 2017. NDR). A livello privato, invece, sono le situazioni familiari a farmi spuntare il sorriso sulle labbra: tornare dai miei figli, passare del tempo con loro, andare a dormire rilassato e coerente con le mie scelte».

Le Vibrazioni
Foto di Chiara Mirelli

Quella di quest’anno sarà la terza partecipazione de Le Vibrazioni al festivalone ligure e, giusto per usare una metafora calcistica, la band sta accumulando sempre più minutaggio dopo le esperienze del 2005 (quando portarono in gara Ovunque andrò) e del 2018 (Così sbagliato; che poi uscì anche in duetto con Skin).

In termini di esperienza artistica questo cosa produce? «Che ormai siamo anziani! Anzi, scusa: volevo dire veterani…», scherza il bassista Marco Castellani in arte ‘Garrincha’, 41 anni all’anagrafe. Aggiungendo subito dopo: «Mi sa che questo Sanremo ci tocca vincerlo a tutti costi perché, arrivati a questo punto, non so se ci daranno altre possibilità. I giovani rapper e trapper sono lì alle nostre spalle che reclamano il loro spazio. Peccato che ci siano sempre meno band di questi tempi…».

Sarcina: «Nel 2005 eravamo talmente famosi che, nei giorni del Festival, avevamo in contemporanea “Raggio di sole” in classifica e pluri-trasmessa dalle radio. Forse quel Sanremo di Bonolis non avremmo dovuto neanche farlo visto che la fama di certo non ci mancava”».

E invece. «Mettiamola così: ci saremmo evitati un tritacarne mediatico non da poco. Disco nuovo, tour, centinaia di concerti, addirittura un libro scritto da me (è sempre Sarcina che parla. NDR): ad un certo punto non sapevo neanche più dov’ero girato! Nel 2018, invece, ci siamo andati un po’ in sordina presentando una bella canzone rock che sancì il nostro definitivo ritorno sulle scene. Quest’anno? Penso innanzitutto che ci divertiremo. Soprattutto nella serata dei duetti dove ci esibiremo assieme ai Canova: una giovane band milanese che mi ricorda tanto noi agli esordi».

In quel caso Le Vibrazioni presenteranno la cover della storica Un’emozione da poco. Canzone scritta dal duo Fossati-Guglielminetti, resa celebre da Anna Oxa (la Oxa “punk”)  al Sanremo del 1978 e riportata in auge al cinema da Luca Marinelli che la interpretò magistralmente in una delle scene cult di Lo chiamavano Jeeg Robot, il film del 2015 diretto da Gabriele Mainetti.

Forse è da lì che nasce l’input? «Sì — ammette Francesco —, quella pellicola mi è piaciuta parecchio e l’interpretazione di Marinelli è potentissima. Ascoltandolo ho capito come quel brano abbia più senso cantato da un uomo che da una donna. A Sanremo presenteremo “Un’emozione da poco” con un arrangiamento molto progressive…». Accidenti. «Già, è un brano che parte facile e poi, a livello strumentale, si incasina sempre di più», chiarisce il batterista Alessandro Deidda.

Le Vibrazioni
Foto di Chiara Mirelli

Subito dopo l’esperienza festivaliera Le Vibrazioni partiranno per un tour teatrale di circa un mese (debutto il 17 marzo a Palermo, chiusura il 20 aprile in quel di Roma) dove proporranno le loro hit più conosciute in chiave sinfonica grazie agli arrangiamenti dell’orchestra diretta nientepopodimeno che da Peppe Vessicchio. «Un grande della musica italiana — dice Garrincha — nonostante il suono rock del basso lo faccia diventare pazzo: ‘Abbassa! Abbassa quel basso!’, mi ripete sempre… (sorride)».

E il nuovo album? Di solito dopo Sanremo si esce sempre con qualcosa di inedito. O perlomeno così succedeva in passato, quando ancora si vendevano i dischi (e Le Vibrazioni hanno piazzato più di 300mila copie solo col loro debutto del 2003…) e non si impazziva dietro streaming e views farlocche. «Eh, bella domanda», nicchia il frontman. «Al nuovo album ci stavamo già lavorando; poi è arrivata la chance di Sanremo e, inevitabilmente, ci siamo dovuti fermare. Forse uscirà in primavera, ma prima dobbiamo valutare alcune cose e vedere come andrà questo Festival…». Un Sarcina carico di mistero. E stavolta non dipende solamente dagli occhiali scuri.

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Le date del tour Le Vibrazioni in Orchestra di e con Peppe Vessicchio:

17 marzo – Palermo (Teatro Golden)
18 marzo – Marsala (Teatro Impero)
19 marzo – Catania (Teatro Metropolitan)
23 marzo – Cosenza (Teatro Alfonso Rendano)
24 marzo – Lecce (Teatro Apollo)
25 marzo – Bari (Teatro Team)
30 marzo – Pescara (Teatro Massimo)
2 aprile – Napoli (Teatro Augusteo)
3 aprile – Padova (Gran Teatro Geox)
7 aprile – Firenze (Teatro Tuscanyhall)
8 aprile – Milano (Teatro Nazionale)
15 aprile – Genova (Teatro Politeama Genovese)
16 aprile – Bologna (Teatro Europauditorium)
17 aprile – Torino (Teatro Colosseo)
20 aprile – Roma (Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli)

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