Michele Zarrillo fa tredici: lo strano caso di chi vinse tra i Giovani dopo essere stato già due volte in gara

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Michele Zarrillo

Quest’anno Michele Zarrillo parteciperà per la tredicesima volta al Festival di Sanremo. Nella speciale classifica degli artisti con più presenze sale così al sesto posto, raggiungendo Claudio Villa e Fausto Leali. Il cantante romano, all’Ariston, ha costruito buona parte della sua carriera. Caso più unico che raro, ha vinto fra le Nuove Proposte, dopo aver gareggiato già due volte in quella che prima del 1984 era l’unica categoria in competizione.

Su quel pianeta libero, Sanremo 1981

Michele Zarrillo inizia a fare musica giovanissimo, negli anni ’70, e nel 1981 ha la sua grande occasione: partecipare al Festival di Sanremo. Ha appena 24 anni ed è fortunato, perché quell’edizione segna la rinascita in grande stile della kermesse, dopo alcuni anni di buio. Dal canto suo, Michele, la sua carta se la gioca bene. Su quel pianeta libero, la sua canzone (scritta con Antonio Rosario e Amerigo Paolo Cassella), piace, si piazza ottava ed ha un buon successo. Vince Alice con Per Elisa (scritta per lei da Battiato e Giusto Pio), ma il nome di Zarrillo inizia a circolare. È la prima tappa verso la fama.

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Una rosa blu, Sanremo 1982

L’anno dopo Zarrillo ci riprova. Ed accade qualcosa di strano. Perché la sua Una rosa blu (scritta con gli stessi autori dell’anno precedente) è una bella canzone, ma non è capita. Viene eliminato, ma è in buona compagnia, perché la stessa cosa accade anche ad un certo Claudio Villa, che non la prende benissimo. Che Festival, quello del 1982: vince Riccardo Fogli con Storie di tutti i giorni, ma a spopolare sono Al Bano e Romina Power con Felicità. Ma soprattutto, quell’edizione, fa conoscere al grande pubblico due artisti che si chiamano Vasco Rossi e Zucchero: non avranno grande successo, ma si rifaranno con gli interessi negli anni a venire. Tornando a Zarrillo, Una rosa blu non arriva in finale e la canzone inizialmente non sfonda. Sarà riscoperta negli anni e diventerà un grande classico del cantante romano.

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La notte dei pensieri, Sanremo 1987

L’eliminazione del 1982 fa scendere l’oblio sul nome di Michele Zarrillo. Al punto che, quando nel 1987 torna finalmente al Festival di Sanremo, viene addirittura inserito tra le Nuove Proposte, nonostante le due precedenti partecipazioni. Tutto sommato, però, per lui è meglio così. Perché tra i Campioni c’è il trio formato da Gianni Morandi, Enrico Ruggeri ed Umberto Tozzi che, con Si può dare di più, ha la vittoria in tasca già prima che il Festival inizi. Tra le Nuove Proposte, invece, può giocarsi le sue carte. Alcuni concorrenti sono temibili, come Mariella Nava, Alessandro Bono e Paola Turci, ma alla fine a trionfare è proprio Zarrillo, con La notte dei pensieri, canzone scritta insieme a Luigi Albertelli, Luigi Lopez e Daniele Baima Besquet. La sua carriera può ripartire in grande stile.

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Come un giorno di sole, Sanremo 1988

Forte del successo dell’anno precedente, Zarrillo torna a Sanremo anche nel 1988. Questa volta però gli va meno bene: inserito nella sezione Campioni, si piazza appena tredicesimo (raccogliendo 433mila voti Totip) con la sua Come un giorno di sole, scritta insieme a Giampiero Artegiani e Luigi Lopez. Per la cronaca, quell’anno, vince Massimo Ranieri con Perdere l’amore.

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Strade di Roma, Sanremo 1992

Dopo il Festival del 1988, andato così così, Zarrillo si prende una lunga pausa. Per quattro anni non incide dischi, ma nel 1992 tenta nuovamente l’avventura all’Ariston. La canzone si intitola Strade di Roma ed è scritta dallo stesso Zarrillo insieme ad Antonello Venditti e Vincenzo Incenzo. Nonostante la firma prestigiosa, il pezzo non sfonda. «E chissà tu dove sei stasera, con chi dividerai la mela», recita il testo, non proprio memorabile. Vince Luca Barbarossa con Portami a ballare, mentre il nostro deve accontentarsi dell’undicesimo posto.

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Cinque giorni, Sanremo 1994

La carriera di Zarrillo assomiglia alle montagne russe: dopo una discesa, c’è sempre la risalita. Il riscatto, per il buon Michele, arriva nel 1994. La canzone, scritta insieme a Vincenzo Incenzo, si intitola Cinque giorni e si piazza al quinto posto della classifica, dietro ad Aleandro Baldi (che vince con Passerà), Giorgio Faletti, Laura Pausini e Gerardina Trovato. Il pezzo, intimista, parla di un amore finito da cinque giorni e di un lui disperato che, cercando una via per sopravvivere, implora la sua ex ormai lontana: «Aiutami a distruggerti». A fine anno, Cinque giorni sarà il terzo disco più venduto di quel Festival.

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L’elefante e la farfalla, Sanremo 1996

Il momento d’oro di Zarrillo prosegue al Festival di Sanremo del 1996. L’elefante e la farfalla (scritta sempre insieme a Vincenzo Incenzo) racconta di un elefante che si vergogna di sé, ama una farfalla che gli spezza il cuore e se ne va, ma a sua volta ha un cuore di farfalla. Siamo dalle parti de La bella e la bestia, ma in questo caso non c’è lieto fine. In classifica Zarrillo si piazza appena undicesimo (vincono Ron e Tosca con Vorrei incontrarti fra cent’anni), ma la canzone piace, le radio la passano a ripetizione e diventa un piccolo classico della musica italiana.

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L’acrobata, Sanremo 2001

Il terzo millennio si apre con Zarrillo nuovamente a Sanremo. Nel 2001 Michele porta all’Ariston L’acrobata, scritta insieme all’ormai inseparabile Vincenzo Incenzo, e ottiene un lusinghiero quarto posto. La “medaglia di legno” riporta Zarrillo all’attenzione degli appassionati di musica italiana, mentre il Festival premia una giovane Elisa che, con Luce (Tramonti a nord est), decide per la prima volta di cantare in italiano-

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Gli angeli, Sanremo 2002

Nel 2002 il nostro fa nuovamente ritorno al Festival e si piazza undicesimo con la canzone Gli angeli. Ancora una volta co-autore è Vincenzo Incenzo, insieme a Romolo Amici. Il pezzo, a dir la verità, non lascia un grande segno, come nemmeno Messaggio d’amore, la canzone con la quale i Matia Bazar vincono quel Festival.

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L’alfabeto degli amanti, Sanremo 2006

La partecipazione di Zarrillo al Festival del 2006, con la canzone L’alfabeto degli amanti (manco a dirla, firmata anche da Vincenzo Incenzo), la si ricorda soprattutto per il duetto della quarta serata con Tiziano Ferro, alla sua prima apparizione sul palco dell’Ariston. Quell’anno Sanremo ha una formula del tutto particolare, con i cantanti suddivisi in quattro categorie: Uomini, Donne, Gruppi e Giovani. Zarrillo arriva alla serata finale, ma non riesce ad entrare nei primi quattro. Vince Povia con Vorrei avere il becco.

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L’ultimo film insieme, Sanremo 2008

Da quando c’è l’Auditel, il Festival del 2008 è il meno visto di sempre. Zarrillo porta L’ultimo film insieme (scritta con Giampiero Artegiani), duetta con Paola e Chiara nel corso della terza serata e non riesce ad entrare in classifica tra i primi dieci. Un po’ a sorpresa vincono Giò Di Tonno e Lola Ponce con Colpo di fulmine.

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Mani nelle mani, Sanremo 2017

Passano nove anni prima che Zarrillo possa tornare al Festival. Nel frattempo, nel 2013, il cantante romano rischia anche la vita: colpito da un infarto, viene salvato grazie al tempestivo ricovero all’ospedale Sant’Andrea di Roma. Superato questo grave problema di salute, nel 2017 Michele torna ad esibirsi all’Ariston con la canzone Mani nelle mani, anche questa scritta con Giampiero Artegiani (autore poi scomparso il 4 febbraio dello scorso anno). Nella serata delle cover propone Se tu non torni di Miguel Bosè. In classifica si piazza undicesimo, a vincere è Francesco Gabbani con Occidentali’s Karma.

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Quest’anno dunque Michele Zarrillo torna a Sanremo con Nell’estasi o nel fango, canzone scritta insieme a Valentina Parisse. Per gli amanti delle statistiche, vantano più presenze al Festival solo Anna Oxa (14 partecipazioni) e il poker composto da Peppino Di Capri, Milva, Toto Cutugno ed Al Bano (15 partecipazioni).

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