Lui è Fasma (all’anagrafe, Tiberio Fazioli), ed è stato uno dei protagonisti del settantesimo Festival di Sanremo, nella sezione Nuove proposte.
Non è arrivato sul gradino più alto del podio, ma il suo brano, Per sentirmi vivo (certificato disco d’oro), è tra i più ascoltati dell’intero Festival.
Tiberio, d’altronde, è abituato da sempre a fare breccia nel cuore del pubblico: il suo album d’esordio, Moriresti per vivere con me (2018), ha fatto il pieno di ascolti streaming, e con il nuovo lavoro, in breve tempo, ha raggiunto gli 80 milioni di stream.
Venerdì 28 febbraio è uscito il suo secondo album, Io sono Fasma, a cui ha lavorato insieme alla sua crew WFK e al produttore GG (Luigi Zammarano), aprendo così un ulteriore spiraglio sul suo interessante mondo musicale.
Non hai vinto a Sanremo, ma Per sentirmi vivo è tra i brani più ascoltati dell’intero festival.
Sì, siamo i più ascoltati.
Per noi questa è la vittoria più grande. Salire sul palco e mostrare chi sono, senza maschere, e vedere che tante persone l’hanno capito, è la cosa più importante. Il Festival l’ho sempre visto come una grande possibilità: sono felice di non averla sprecata.
Un palco, quello di Sanremo, che forse è lontano dal tuo “mondo musicale”.
Io direi che il palco di Sanremo non è “veramente” lontano da nessun mondo musicale, perché rappresenta in toto la musica italiana. Dobbiamo essere fieri, anzi, di un festival che va avanti da tanti anni. Vedere che il palco di Sanremo ha “accettato” un genere musicale che, come hai detto te, è relativamente “distante” da quello che ha sempre rappresentato, significa che l’essere “lontano” è soltanto un limite mentale. Sanremo ci ha “accettato” e le persone ci hanno capito: è bello vedere che il Festival dedica spazio proprio a tutta la musica italiana.
Io sono Fasma è il tuo nuovo album (out da venerdì 28 febbraio). Ma chi è Fasma?
Io sono Fasma è inteso in maniera assolutamente impersonale. Nella prima canzone del nuovo album (Tu sei Fasma), spiego bene questo concetto, e racconto cosa significa “essere Fasma”.
E cosa significa essere Fasma? È come se parlassi di un tuo alter ego?
Nella prima canzone, come dicevo, spieghiamo bene questo concetto. Fasma non è un alter ego, va interpretato come un modo di essere.
In un brano (Tommy) dici “Non mi cambia un contratto”.
Quindi anche la “popolarità” non ti ha cambiato?
Le persone che si fanno cambiare da queste cose e non da dei valori vuol dire che valgono poco. La mia persona vale più di ogni contratto al mondo. Ho sicuramente maggiori consapevolezze di qualche anno fa, sono anche più maturo, ma non credo di essere cambiato.
Con chi hai lavorato all’album? Hai una crew molto stretta, che ti accompagna da sempre.
Sì, da sempre. Le persone non sono mai cambiate, la nostra è stata un po’ una lotta verso quello che non potevamo fare.
Infatti questa casa discografica che abbiamo creato, non è una semplice casa discografica, la nostra musica è qualcosa che parte dall’amicizia.
In quest’album ci sono tutte le persone che mi accompagnano dall’inizio.
Ci sono anche delle collaborazioni “cantate”.
Sì, ci sono dei featuring in tre pezzi.
Tre persone che hanno identità molto diverse, e mi hanno permesso di esprimermi in maniera differente.
La cosa più bella è che sono tutte persone che fanno parte della mia realtà di ogni giorno: sono felice e fiero di tutto quello che stiamo creando.
Secondo te, essere nato a Roma, ha condizionato il tuo percorso artistico.
“Un sacco”. In una delle mie prime canzoni, dico:”Sei più bella sì delle cupole di Roma“.
Roma mi ha permesso di conoscere tutta la mia crew, che non include solo romani.
Essendo, poi, una grande città, non mi ha mai limitato nella possibilità di conoscere le più diverse tipologie di persone, e mi ha insegnato a “vedere” le persone per quello che sono, e non per come appaiono. Mi chiamo Tiberio, e sono “un sacco” felice di essere nato in questa città, ma soprattutto di cercare il modo di restarci.
Dici in un brano (Tu sei Fasma):“Mi sogno con lo stadio che sembra una voce sola”.
Uno dei tuoi sogni è arrivare a cantare negli stadi.
La cosa più bella di questo lavoro è vedere delle persone che hanno fatto di un tuo pezzo un loro veicolo per esprimersi. Quindi sentire uno stadio intero cantare “con una voce sola”, diventa un sogno, la dimostrazione che in tanti ti hanno capito. Ovviamente spero possa diventare realtà.
Nell’attesa che si realizzi questo sogno (te lo auguriamo), non dimentichiamo i due importanti appuntamenti live (a Roma e Milano) che ti aspettano a breve.
Il momento live è il momento più importante, è lì che vedi quello che si sta costruendo.
Al live si crea sempre un clima di empatia, spero quindi che in tanti possano venire, e vedermi per quello che sono.
Intanto c’è anche un tour instore, in cui incontrerai i fan, con due prima date per ora slittate, a causa dei provvedimenti cautelari che seguono l’allarme sanitario attuale.
Sì, purtroppo questa è una condizione di forza maggiore. Anche questi sono incontri che aspetto con grande attesa.
La musica ti porta un po’ dappertutto, e incontrare queste persone, che per me non sono fan, ma persone che mi hanno capito, è sempre molto gratificante.
Chiudiamo con un estratto di un tuo brano (Lo faccio davvero). Cosa intendi quando dici:“sta gente vuole Fasma, non parlare con Tiberio”.
Fasma è “un modo di essere, come ho detto all’inizio, ma alla fine dei conti, Fasma e Tiberio sono la stessa persona.
Sono quasi sempre circondato da amici, quindi non succede spesso questa cosa, ma a volte vedo che chi mi parla, non sta parlando con Tiberio, ma con Fasma, ossia sta cercando un prodotto, che in realtà non esiste. Io non porto maschere, Tiberio è Fasma, non ci sono altre interpretazioni.