Eccoci puntuali con il nostro appuntamento quotidiano, per tenervi compagnia durante queste giornate di quarantena forzata, ma necessaria. La redazione di Spettakolo! prosegue rilanciando l’hashtag #iorestoacasa e passando in rassegna ogni giorno un film e una canzone che possano integrare le vostre personalissime videoteche e playlist. Tanto lo sappiamo che l’hobby del momento è il connubio divano, copertina e Netflix e che a fine quarantena potremo ricomporre una piantagione di patate con le briciole di chips seminate fra le pieghe del sofà.
Non è stato facile scegliere un film e una canzone degni di questa mission. Per quanto riguarda il film, ho pensato a tanti filoni, dal drammatico al grottesco, dal fantascientifico al distopico… alla fine ho optato per un classicone della comicità italiana.
Il film che ho pensato di proporvi è Viaggi di nozze di Carlo Verdone. Girato nel 1995, il film ripercorre le vicende di tre coppie di novelli sposi, dal fatidico sì al viaggio di nozze. Lo sposo è sempre impersonato da Verdone che cambia canovaccio in base a tre dei suoi personaggi chiave: il coatto Ivano, il luminare della medicina Raniero e l’ingenuo e sfortunato Giovannino.
L’interpretazione così sopraffina di queste tre “macchiette”, i personaggi verdoniani caricaturali e già famosi, esalta di riflesso anche le figure femminili che accompagnano gli sposi. Dall’apatia sconsolata di Fosca (Veronica Pivetti), sfinita dalle manie ossessivo-compulsive di Raniero, alla passionalità baldanzosa di “o famo strano” Jessica (Claudia Gerini), fino alla tenerezza di Valeriana (Cinzia Mascoli), anche lei vittima di una famiglia sgangherata come quella del consorte.
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Il motivo per cui ho scelto questo film non è tanto il divertimento e le risate genuine per l’assurdità dei risvolti pensati da Verdone, ma il senso di quiete che provoca, soprattutto per chi fa parte della generazione cresciuta a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Quiete perché i personaggi in questione li conosciamo a memoria, sin da bambini, quando non eravamo ancora in grado di afferrare tutte le sfaccettature della satira sociale, ma ci divertivamo lo stesso coi genitori sul divano guardando questi sketch. In fin dei conti in mezzo a tutto questo caos di precarietà semi-apocalittica, abbiamo voglia di goderci qualcosa di cui conosciamo già il finale. Un vero lusso da assaporare appieno.
Per quanto riguarda la canzone, ho optato per una scelta simile, affidandomi al concetto di genuina comicità. Giorni fa, durante uno dei flash mob dai balconi, l’ho sentita in lontananza risuonare da qualche cassa sparata a tutto volume come una sorta di vagito speranzoso.
Parlo di E la vita, la vita interpretata da Cochi e Renato, scritta nel 1974 da Enzo Jannacci e Renato Pozzetto. La provenienza del trio è quantomai significativa in questo momento così buio, specialmente per la Lombardia, regione più colpita dall’incidenza del Covid-19. Tutti nati e cresciuti nel milanese, hanno messo a frutto la loro dissacrante ironia con questo brano, incoraggiante più che mai, se letto attraverso la lente fosca che ci sta accompagnando in queste settimane. Basta avere l’ombrello.
E, la vita la vita
e la vita l’è bella, l’è bella
basta avere un’ombrella, l’ombrella
ti ripara la testa, sembra un giorno di festa.
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