#IoRestoACasa con Spettakolo

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#iorestoacasa

Continua la rubrica giornaliera con cui Spettakolo! vuole intrattenere e fare compagnia ai suoi lettori costretti, come tutti, a stare a casa. #iorestoacasa è un hashtag che la nostra redazione abbraccia a tutto tondo e vogliamo rendere questa nuova quotidianità meno opprimente, consigliandovi a turno una canzone e un film in qualche modo importanti per ciascuno di noi.

In questi giorni di smarrimento, in cui siamo limitati in quelli che normalmente sono i nostri gesti quotidiani, non ho potuto fare a meno di pensare all’argomento che ho affrontato, ormai diciotto anni or sono, nella mia tesina di maturità: l’alternanza tra momenti storici in cui l’uomo aveva una fiducia pressoché illimitata nella scienza e periodi in cui gli intellettuali dell’epoca si chiudevano in riflessioni meno ottimistiche, in quanto sentivano su di sé il peso della perdita delle certezze.

In queste settimane stiamo un po’ vivendo questo: stiamo perdendo le nostre certezze, le abitudini che abbiamo consolidato nel tempo e che, in un certo senso, abbiamo imparato quasi a dare per scontate. Ho pensato di affrontare questo tema attraverso due narratori dell’animo umano, il primo universalmente riconosciuto, il secondo che si sta facendo strada nel cuore di tanti amanti della musica di casa nostra: Steven Spielberg e Francesco Gabbani.

Cominciamo proprio da quest’ultimo. L’ultimo album del cantautore carrarino, Viceversa, è già nel suo complesso un tentativo di affrontare in musica il rapporto tra individuo e collettività. Tuttavia, oggi voglio proporvi il brano che apre l’album, intitolato Einstein.

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La canzone è una riflessione sulla ricerca di punti fermi nella propria esistenza, e sulla frustrazione per il fatto di non riuscire a darsi una risposta. Ma non serve spremersi il cervello nel tentativo di uscire dal tunnel: la cosa migliore è essere consapevoli del fatto che “tutto è relativo”, come ripete Einstein in un immaginario dialogo con lo stesso Gabbani. In questi giorni, come non ascoltare questo pezzo pensando alla situazione che stiamo vivendo? Tutto quello che fa abitualmente parte della nostra vita è improvvisamente diventato relativo, e ci ritroviamo improvvisamente “intrappolati” in un ciclico ripetersi delle stesse azioni. Questi sono i versi che mi hanno colpito di più, e che sembrano sorprendentemente attuali:

“E mi riguardo, basta che funzioni, da prigioniero
Mi dirigo verso il letto, sovrappensiero
Come Marco Castoldi sostiene di andare
Ad ogni funerale
E dormo poco, dormo male (e domani sembra ieri)
Tra i pensieri è un naufragare (sarai sempre quel che eri)
Apri gli occhi guardo il muro, cimitero di zanzare
Allucinazioni e poi compare
E poi compare (chi è che compare?)

Einstein che mi dice “tutto è relativo”
Il tuo punto fermo non ne ha alcun motivo
Einstein che mi dice “cazzo fai, Francesco”
Provo, provo, provo e prima o poi ci riesco
Ci riesco (è tutto relativo)
Ma ci sei o ci fai (è relativo, vedi)
Tutto è relativo!”

Passiamo adesso al film che vorrei proporvi. Si tratta di Prova a Prendermi, pellicola del 2002 di Steven Spielberg che viene abitualmente classificata come “commedia”. In realtà è molto più di questo: si tratta infatti di un lavoro che mescola elementi biografici, azione e, appunto, commedia agrodolce. I due ottimi protagonisti sono Leonardo Di Caprio e Tom Hanks.

È la storia di Frank W. Abagnale Jr (Di Caprio), un ragazzo americano poco più che adolescente, che nella seconda metà degli anni Sessanta decide di andarsene di casa dopo l’improvviso dissesto finanziario del padre e il divorzio dei genitori. Per sopravvivere, Frank diventa un insospettabile falsario e un abilissimo collezionista di identità, da esponente dei servizi segreti a pilota della Pan Am, da pediatra a avvocato (con tanto di superamento dell’esame di abilitazione). Scoperto dall’FBI e in particolare dall’agente Carl Hanratty (Hanks), esperto in frodi bancarie, Frank inizia a vivere un’esistenza in continua fuga, destreggiandosi tra le sue numerose identità per salvarsi dall’arresto ma allo stesso tempo desideroso di una illusoria stabilità e di avere punti fermi nella sua vita: la (per poco) fidanzata Brenda, il padre che resterà fino alla fine il suo riferimento principale, lo stesso Carl che diventerà una specie di insolito amico-nemico per lui. Il protagonista non smetterà mai di cercarlo telefonicamente, sfidandolo ad inseguirlo, ma allo stesso tempo considerandolo come l’unica persona che forse lo conosce veramente.

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Prova a prendermi è un film “serrato”, che lascia con il fiato sospeso per quasi tutta la sua durata. Il continuo gioco tra realtà e finzione che caratterizza il racconto tiene sempre alta l’attenzione dello spettatore, che non può fare a meno di empatizzare con Frank. Certo, si tratta di un falsario, di un “criminale”: ma è davvero difficile considerarlo un personaggio negativo, grazie alla storia che bene descrive le sue sfaccettature, contraddizioni e fragilità.

A mio giudizio si tratta di un film ampiamente sottovalutato, in primo luogo dall’Academy, che riconobbe a Prova a Prendermi due sole nomination agli Oscar 2003, quella per la miglior colonna sonora e quella per il miglior attore non protagonista (Christopher Walken, che interpreta il padre di Frank).

Nata a Bari nel 1984, vivo a Milano dal 2006 e mi sento fortunata nell’affermare che amo la mia città adottiva tanto quanto la mia terra d’origine (l'unico vuoto incolmabile è il mare, ahimè!). Marketing/communication addicted, sono una media planner atipica che cerca perennemente di conciliare al meglio la sua anima creativa con quella analitica/numerica. In tutto ciò, la musica è la passione viscerale che ha sempre accompagnato la mia vita.

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