Dopo 55 anni di storia in comune, i Dik Dik ritornano con un nuovo disco. Si intitolerà Una vita d’avventura e conterrà nuove canzoni e alcuni grandi successi della band. L’uscita non dovrebbe essere molto lontana nel tempo e, come antipasto, i Dik Dik hanno deciso di regalare al pubblico un singolo, intitolato Ci sarà, accompagnato da un video realizzato con le foto inviate dai fan durante il periodo della quarantena.
Nell’attesa di ascoltare le nuove canzoni e rivederli sul palco, abbiamo intervistato i Dik Dik per farci raccontare cosa bolle in pentola e qualche curiosità sul loro passato. Giusto per i più distratti, Lallo è Giancarlo Sbriziolo, Pietruccio è Pietro Montalbetti e Pepe è Erminio Salvaderi.
Il video di Ci sarà, il vostro ultimo singolo, è stato realizzato utilizzando le foto che vi hanno mandato i fan a seguito di un contest che avete promosso su Facebook. Qual è il significato di questa iniziativa e qual è stata la risposta del vostro pubblico?
Lallo: La risposta è stata oltre ogni aspettativa e siamo molto dispiaciuti di non aver potuto inserire tutte le immagini che ci hanno inviato, per farlo avremmo dovuto fare un lungometraggio. Il significato è molto semplice, in questi lunghi giorni di pandemia i nostri fan sono stati incredibili, sostenendoci minuto dopo minuto attraverso i social, stimolandoci e facendoci sentire meno forte l’amarezza di non poter andare in scena. Dovevamo fare qualcosa di diverso per ringraziarli. Abbiamo scelto Ci sarà appositamente perché la canzone racconta il momento di apatia che abbiamo vissuto, ma anche la speranza che ci sarà sicuramente un’altra chance per tutti. Compreso noi. Ecco, inserire come testimonianza indelebile le immagini dei nostri fan, ha regalato alla canzone un valore aggiunto e nello stesso tempo testimoniato il mondo che persone normali vedevano dalla propria finestra.
Dicevamo che avete usato Facebook per la realizzazione del vostro nuovo video. Cosa pensate dei social network?
Pietruccio: Non abbiamo internamente alla band pareri unanimi. La sintesi che esce è questa: i social sono molto importanti se usati bene. Se ne abusi magari diventando un canonico leone da tastiera i social sono fuorvianti. Nel contesto specifico di questo momento pensate come ce la saremmo psicologicamente cavata senza i social. Quindi w i social, ma dipende dall’uso che ne fai.
La canzone fa da apripista a Una vita d’avventura, il vostro nuovo album, annunciato come di prossima uscita. Potete anticipare qualcosa del nuovo disco?
Lallo: Tra il 2018 e il 2019 abbiamo ascoltato circa cento canzoni provenienti da autori da tutta Italia ma non eravamo convinti, non centravano completamente lo spirito Dik Dik e dato che questa sarà la nostra ultima opera discografica volevamo qualcosa che ci appartenesse totalmente, come fosse un filo di congiunzione tra passato e presente. Poi Gaetano Rubino ha avuto un’intuizione e ci ha portato in uno studio della campagna toscana, dove abbiamo conosciuto Luca Nesti, abbiamo parlato molto e quello che è uscito fuori in una grande empatia tra tutto lo staff di lavoro sono 6 canzoni inedite meravigliose, che raccontano perfettamente il nostro stile e vorrei esagerare ci proiettano anche nel futuro. Il disco avrà 11 canzoni: 6 inedite e 5 grandi successi realizzati come si faceva una volta, tutto suonato da strumenti veri e non virtuali, conditi da testi di grande spessore. Segnaliamo tra gli altri due brani incredibili: uno è Una vita d’avventura, che racconta a tutti gli effetti la nostra storia, e l’altro è la nostra perla, si intitola Gli Angeli e racconta chi sono davvero gli angeli attuali.
Dopo 55 anni di carriera, in un periodo fra l’altro che non è proprio felice per la discografia, cosa vi ha spinto a tornare in sala d’incisione?
Pietruccio: La voglia, la voglia di rimettersi in gioco e incidere un’ultima opera discografica che ci rappresentasse totalmente e non ti nego che a prescindere dal momento orribile in tutti i sensi, noi mica abbiamo capito come sono passati tutti questi anni… Semplicemente perché coltiviamo ancora la voglia di quando eravamo giovanissimi.
Ripensando al vostro lunghissimo percorso musicale, c’è una canzone alla quale siete più legati?
Pepe: Difficile dirlo, siamo legati a tutti quei singoli che hanno fatto diventare la nostra passione una professione eterna, ma siamo anche molto legati, anzi a volte più legati, a canzoni magari meno conosciute dal grande pubblico.
In carriera avete collezionato tantissime collaborazioni, molte delle quali passate alla storia, come quella con Lucio Battisti. Forse non tutti sanno però che siete stati anche i primi a dare fiducia a Giorgio Faletti, nel lontano 1978. Cosa ricordate di quella collaborazione e perché sceglieste proprio lui come autore?
Pietruccio: Abbiamo sempre scelto i nostri autori parlando molto, magari durante lunghissime cene e facendo analisi generali comuni, ma con Giorgio è bastato un caffè, abbiamo capito subito quanto era grande il mondo che abitava dentro questo artista.
Dopo oltre mezzo secolo di musica, quando salite su un palco vi emozionate ancora?
Pepe: Per fortuna sì, altrimenti avremmo terminato il nostro percorso molto tempo fa, siamo diventati musicisti per caso, ma poi ci abbiamo preso gusto fino a farne una ragione di vita.
I Dik Dik e il pubblico, un rapporto che non si è mai spezzato. Vi siete mai chiesti qual è il segreto dell’affetto che vi circonda?
Lallo: Sì, ce lo chiediamo da anni e le risposte spesso rincorrono la domanda successiva e i successivi perché. Alla fine, io penso che abbia pagato la nostra semplicità e le nostre intuizioni nello scegliere autori in momento di grazia. La nostra voglia perenne di esprimersi con la musica ha fatto la differenza, ma il segreto più grande è quello che non ci siamo mai sentiti arrivati, trovando la gioia di suonare ogni volta che si è presentato un palcoscenico da poter utilizzare. Questo ci ha legato tantissimo al nostro pubblico, attraversando varie generazioni.
Cosa ci sarà dopo Una vita d’avventura?
Pietruccio: Abbiamo lavorato intensamente a questo disco, come non lo facevamo da almeno venti anni e se posso immaginare il futuro che vorrei adesso, sono sicuro che su questo la pensano così anche i miei compagni, vedo e sogno palcoscenici. Abbiamo veramente tanta voglia di andare a suonare e raccontare come abbiamo riportato allo spirito originale i grandi successi, ma soprattutto abbiamo il bisogno di suonare le nuove canzoni e raccontarle al nostro pubblico. Quindi ci sarà una lunghissima tournée… appena possibile.
Il video di Ci sarà:
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