Un coordinamento di lavoratori, nasce “La musica che gira”

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La musica che gira

La questione lavoratori della musica e dello spettacolo è stata da sempre una delle più calde durante questa emergenza sanitaria. Tiziano Ferro  in diretta a Che tempo che fa è stato il primo a sollevarla, raccogliendo ai tempi anche qualche critica, e a lui hanno fatto seguito nel corso delle scorse settimane — con comunicati stampa, videomessaggi, appelli e dirette — moltissimi artisti.

Le problematiche sono complesse e arcinote: pochi fondi ad oggi stanziati per la cultura (600 milioni su 50 miliardi destinati all’emergenza), poche tutele da parte della politica, sussidi economici non sempre riconosciuti per una grossa categoria di artisti e previsti per tutti solo a partire dal cosiddetto Decreto rilancio. Ma soprattutto, più che per altri settori, incertezza sulla tempistica e sulle metodologie delle ripartenze in sicurezza.

Il punto cruciale di tutta questa difficile situazione, è stato detto e ribadito, è che quando si pensa ai lavoratori dello spettacolo non ci si può fermare solo a chi canta sui palchi con migliaia di persone di fronte a se e quindi, nell’immaginario comune, non ha sofferto particolarmente di questo brusco stop ai live.

Attorno a uno spettacolo c’è molto di più: squadre che lavorano in sinergia, team composti da centinaia di migliaia di persone, programmazioni e pianificazioni che durano per mesi e rendono possibili i piccoli capolavori che vediamo sul palco.

La coordinazione di maestranze e di professionisti diversi è il nucleo pulsante che sta dietro a uno spettacolo live, ma stare dietro le quinte non può e non deve significare essere invisibile agli occhi di chi governa. Soprattutto se si pensa che l’industria della cultura produce direttamente quasi 100 miliardi di euro all’anno e genera ricchezza per oltre 250 miliardi contribuendo al PIL per circa il 16%.

Ed è per questo che la musica che tanto ci ha fatto compagnia durante i mesi di quarantena, quella che da sempre ci accompagna nei nostri viaggi e che “gira” nelle nostre cuffie e sui palchi di tutta Italia ha deciso di organizzarsi.  Alcuni manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa, fonici e altri professionisti hanno dato vita a La musica che gira. Una delle tante iniziative nate per sostenere il settore culturale e creativo che — coadiuvata da giuslavoristi, economisti, consulenti del lavoro e rappresentanti delle realtà accademiche — ha stilato una serie di proposte concrete per rilanciare al meglio la filiera musicale.

Un coordinamento, si legge sul loro sito, nato per fare rete. Secondo i professionisti che stanno dietro a questo progetto, per mitigare le conseguenze negative della crisi economica e sanitaria sul settore che rappresentano è prioritario innescare una cooperazione tra addetti ai lavori e tecnici, istituzioni e task force.

Attraverso questa piattaforma il coordinamento desidera infatti soprattutto mettere a disposizione il capitale di conoscenza e di competenze che rappresenta. I lavoratori della musica chiedono sostanzialmente di essere ascoltati e consultati prima che il Governo decida quali misure adottare per loro. E auspicano alla creazione di una Commissione Congiunta di Camera e Senato dedicata all’industria musicale e, inoltre, alla convocazione di un tavolo tecnico specifico da parte del ministro Franceschini.

Sul portale de La musica che gira  è anche possibile leggere un documento programmatico che contiene richieste e suggerimenti per il Governo e che – a grandi linee – è riassumibile in quattro punti:

  • Garantire a tutti l’accesso alle tutele sociali
  • Supportare le attività imprenditoriali del settore
  • Stimolare una riforma definitiva del settore
  • Incentivare gli investimenti Green su innovazione e tecnologia

Il documento e l’intera iniziativa de La musica che gira sono aperti ed è quindi possibile per tutti  proporre idee e progetti e sottoscrivere la causa visitando direttamente il portale e accedendo all’apposito form.

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