Pippo Baudo e quel “Fantastico” che rilanciò Jovanotti

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Correva l’anno 1989. Jovanotti, un ragazzo di appena 22 anni che si divertiva a fare il dj, le stava azzeccando proprio tutte. Da È qui la festa? a Gimme five, passando per La mia moto, hit dopo hit si stava guadagnando il ruolo di “capo della banda” tra i giovanissimi.

Un successo fulminante, arrivato nel giro di pochi mesi: fu questo il motivo che spinse Pippo Baudo a sceglierlo per affiancare Adriano Celentano in Serata d’onore, il programma che vide il ritorno in Rai del re del varietà dopo la sfortunata parentesi a Fininvest. E fu proprio quel giorno, su quel palco, che si consumò il primo incontro tra Super Pippo e il giovane e promettente Jovanotti.

Lorenzo era proprio come oggi: un ragazzo solare e genuino, che con la sua simpatia impiegò poco a conquistare il pubblico in sala. Il pubblico da casa, invece, lo aveva già conquistato qualche mese prima quando, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, presentò Vasco, il singolo d’apertura del suo secondo album.

Insomma, 22 anni, due album alle spalle, centinaia di migliaia di copie vendute e una partecipazione a Sanremo. Mica male, direte voi.

Eppure il successo di Lorenzo sembrava destinato a esaurirsi con la stessa rapidità con cui era arrivato. Siamo appena al 1990 e le voci che iniziano a circolare sulla sua carriera non sono molto rassicurati: «Jovanotti è finito», mormora qualcuno.

Esce il terzo album, Giovani Jovanotti. Gli indizi circa un cambiamento di rotta e una maturazione, seppur a un livello ancora “embrionale”, ci sono. Lorenzo decide di virare verso l’estero e nell’album chiama a suonare perfino Keith Emerson e Billy Preston. Il disco contiene pezzi come Gente della notte, che ancora oggi è considerato uno dei brani più belli della sua discografia, e Ciao mamma. Ed è su questa canzone che vogliamo soffermarci ora, perché è proprio qui che la strada dello “spacciato” Jovanotti si intreccia ancora una volta con quella di Pippo Baudo.

Il conduttore televisivo, infatti, evidentemente era stato piacevolmente colpito dall’incontro dell’anno precedente e aveva deciso di dare un’altra possibilità a quel ragazzo di Cortona che, oltre ad aver voglia di “fare casino”, aveva anche un grande talento.

Rai Uno, Fantastico. Dopo uno stop di tre anni, alla conduzione torna Pippo Baudo. Un’edizione piuttosto rocambolesca, quella del 1990, segnata dagli improvvisi colpi di scena. A partire dalla co-presentatrice, che doveva essere Lorella Cuccarini, sostituita all’ultimo da Marisa Laurito, che già aveva partecipato alla trasmissione nell’87, affiancando Adriano Celentano. E poi, lo stesso format del programma: non una gara canora tra artisti italiani emergenti, sulla falsariga di Canzonissima, com’era stato immaginato in un primo momento, bensì una competizione tra dodici neodiplomati, ognuno proveniente da una diversa regione italiana, che si sfidavano rispondendo a domande di cultura generale.

L’asso nella manica? Proprio Jovanotti, che Baudo decide di chiamare come ospite fisso. Una scelta vincente per la trasmissione, certo, ma anche per lo stesso Lorenzo, che vede in Fantastico la possibilità per un rilancio.

Possibilità che sfrutta con intelligenza dato che, da quel 1990, Lore non si è più fermato. E possibilità di riscattarsi proprio sulla Rete Rai tanto amata da babbo Mario: «Essendo ‘l mi’ babbo istituzionale, contava solo la Rai. Potevo andare a Mediaset anche tutti i giorni: restava un gioco», ha raccontato lo stesso Jova in Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi di Massimo Poggini, «Se mi vedeva con Pippo Baudo, invece, ero legittimato. Del resto, è sempre stato democristiano»

In quel Fantastico, a Lorenzo erano affidati dei piccoli spazi che lui apriva sempre con Ciao mamma, ben presto diventata la hit del momento. Quindi, una serie di canzoni su cui lui si divertiva a costruire dei “musical”.

Lorenzo era tornato e tutto il resto è storia.

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