Il 14 giugno Francesco Guccini compie 80 anni. Ma il destino ha voluto che uno dei suoi migliori amici, il fumettista Sergio Staino, tagli lo stesso traguardo soltanto sei giorni prima, l’8 giugno. Mica è un caso se i due, che si conoscono e si frequentano dalla fine degli anni Settanta, “giocano” spesso su questa coincidenza, prendendosi in giro l’un l’altro.
Nell’”infermeria” del Club Tenco è capitato sentirli dire: «Io sono più anziano, quindi sono più saggio di te», e l’altro, di rimando: «Sarai anche più saggio, ma io ho il vantaggio di godere della freschezza della gioventù e posso esserti d’aiuto per tirarti su».
Naturalmente si vogliono un gran bene e tra loro c’è sempre stata una forma estrema di rispetto. Hanno passato notti infinite a bere, cantare e ridere in occasione dei molti Club Tenco cui hanno preso parte (detto per inciso, dallo scorso 20 febbraio Staino ne è il “presidente”), ma anche a Bologna e Pàvana, e in numerosi altri luoghi su e giù per lo Stivale.
Racconta Staino: «Il 1940 è stato un anno speciale. Sono bastati sei giorni di differenza per far sì che io nascessi in tempo di pace e lui che eravamo già in guerra: io sono venuto al mondo due giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia, Francesco quattro giorni dopo. Sicuramente questa cosa ci ha segnato. Noi ci siamo incontrati in età abbastanza avanzata, quando ho iniziato a disegnare su Linus. Feci una striscia in cui Bobo e il suo compagno Molotov, che avevano bisogno di recuperare un rapporto con i giovani per riconquistarli alla politica, dicevano “Basta andare sempre ai concerti di Guccini e di Vecchioni, andiamo a Empoli a vedere Renato Zero”. Quando arrivano, iniziano ad avvicinarsi alcuni giovani, il primo chiede se hanno una sigaretta, un altro chiede cento lire, il terzo domanda se loro sono dei politici. Alla fine i ragazzi se ne vanno delusi, e uno domanda all’altro “Ma quando c’è il prossimo concerto di Guccini?”. Qualche tempo dopo ricevetti un bigliettino dove c’era scritto “Caro Sergio, mi piacciono molto le cose che fai” ed era firmato con una specie di scarabocchio che non riuscii a decifrare. Un giorno venne a casa mia un amico, Piero Comini, e si entusiasmò perché vide quel biglietto firmato da Guccini. Così, quando Francesco venne in concerto allo stadio di Firenze andai a sentirlo, poi me lo presentarono e fu amore a prima vista».
Da allora Staino ha “usato” spesso Guccini come soggetto dei suoi fumetti.
Nel 2015, in occasione della 39esima edizione del Club Tenco (dedicata a Guccini), utilizzò il suo faccione per realizzare l’etichetta di una “limited edition” di Bardolino: 400 bottiglie, la maggior parte delle quali stappate nella mitica “infermeria”.
Voglio chiudere questo post con un’altro disegno firmato da Staino, che mi è stato mandato da Antonio Silva, un grande amico dei due ottantenni…