Con l’introduzione di Corrado Colombo storico collaboratore del cineasta
Nato a Milano il 24 settembre 1932, Eriprando Visconti, detto Prandino, sceneggiatore e regista cinematografico, fino dalla nascita è costretto a fare i conti con un cognome ingombrante essendo nipote del mitico Luchino, uno dei maestri del nostro cinema. Dallo zio il giovane eredita l’amore per la cinepresa e il sostegno per affermarsi nel non facile mondo cinematografico. «Sono sempre vissuto tra giganti — ricordava qualche anno prima della sua prematura scomparsa, avvenuta a sessantadue anni il 26 maggio 1995 — e facendo del cinema mi sono trovato vicino ad un gigante, mio zio Luchino. Io guardavo i suoi film e sentivo di non poter crescere». Chiamato sul set del film Siamo donne del 1952 come assistente di Visconti, Prandino lavora accanto a Luciano Emmer e Renato Castellani e poi con Francesco Maselli per sceneggiare il suo film Gli sbandati, 1955, interessante opera sulla Resistenza, prima di debuttare nel 1962 dietro la macchina da presa con Una storia milanese, delicato ritratto di due giovani della buona borghesia milanese dallo stile molto vicino ad Antonioni; opera che viene premiata alla Mostra di Venezia. Legato alla realtà lombarda, il cineasta firma successivamente due trasposizioni letterarie, La Monaca di Monza, 1969, Una spirale di nebbia, 1976 da un romanzo di Michele Prisco, ancora una vicenda ambientata nell’alta classe borghese meneghina e una ricostruzione storica, Strogoff, 1971. Prandino Visconti è in seguito attratto da temi di attualità quali il drammatico fenomeno dei sequestri di persona degli anni Settanta raccontato con il dittico Orca e Oedipus Orca, entrambi del 1976, interpretati da Michele Placido e dalla bionda Rena Niehaus, film con i quali si evidenzia il complicato rapporto tra carnefice e vittima. Del 1982 è la sua ultima fatica cinematografica, Malamore, protagonista un ragazzo nano, che attraverso le sofferenze dei soldati feriti (siamo negli anni della prima guerra mondiale) ricoverati nella sua villa trasformata in ospedale, imparerà a crescere sul piano umano. Molte di queste pellicole (in streaming vedremo Una storia milanese; L’orca e La Monaca di Monza) sono state recuperate diversi anni fa in una villa della Lomellina e nel lecchese e poi per volere della famiglia Visconti depositate nell’Archivio della Cineteca Italiana.