Dal romanzo omonimo di Giovanni Arpino
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Il diciannovenne Tino Zanetti (Daniele Mattei) proveniente dalla provincia, è ospitato temporaneamente a casa degli zii, l’ingegnere Fabio Stolz (Vittorio Gassman) e la tenera Elisa (Catherine Deneuve) nel loro austero palazzo veneziano per frequentare una scuola d’arte. Il ragazzo è sconcertato dai modi autoritari dello zio che esercita su sua moglie, già di natura cagionevole, un dispotismo esasperato. Inoltre dalla soffitta della grande casa provengono strani rumori, voci di persone, il suono di un pianoforte. Ben presto Tino viene messo al corrente dalla zia dell’esistenza di un fratello di Fabio, un professore impazzito per essersi sentito responsabile della morte di Beba, figlia del suo primo matrimonio, scomparsa tragicamente dieci anni prima. Il giovane però non è convinto da questa strana storia anche perché la tomba della piccola al cimitero non si trova. Inoltre scopre che lo zio non lavora più da quindici all’azienda del gas locale, ma passa il tempo con gli amici dissipando il patrimonio di sua moglie. Un giorno prendendo coraggio, il ragazzo sale in soffitta per scoprire il mistero di quel luogo angosciante trovandosi di fronte a una drammatica verità. Diretto nel 1977 da Dino Risi, il film, sceneggiato dal regista insieme a Bernardino Zapponi sulla base del romanzo omonimo di Giovanni Arpino (1966), è interpretato da uno strepitoso Vittorio Gassman, che conferisce al personaggio di Fabio Stolz, fiero della sua origine asburgica, tratti inquietanti e perfino diabolici sullo sfondo di una Venezia sporca (la spazzatura che galleggia sull’acqua) notturna, nebbiosa e resa poco convenzionale dalla bella fotografia di Tonino Delli Colli e dalle musiche del grande Francis Lai. Notevole è anche la performance di Catherine Deneuve, con il suo sguardo dolente e rassegnato di donna sconfitta dalla vita e incapace di ribellarsi al suo destino.