High Life

Un padre e un figlia nel vuoto cosmico verso l'origine di tutto

0

High Life
di Claire Denis
con Robert Pattinson, Mia Goth, Juliette Binoche, Lars Eidinger, André Benjamin

Sono ergastolani o condannati a morte questi astronauti. Infatti vestono di arancione come i carcerati. Giovani. Feroci. Il concetto è che in sospensione della pena vanno a sperimentare se nei viaggi spaziali si può essere essere rilanciati nello spazio profondo da un buco nero. Per il bene dell’umanità. La realtà è che li hanno mandati a farsi mangiare dal buco nero o a vagare nel nulla con una mannaia sul collo: o obbediscono all’esperimento o le macchine si spengono… Li accompagna nel viaggio la dottoressa Binoche, dannata (anche lei una condannata), un po’ Medea (ha ucciso i suoi figli) un po’ sciamana, che ogni tanto fa sesso con una macchina orrenda e intanto raccoglie sperma dai maschi per vedere di inseminarlo nelle femmine alla faccia delle radiazioni. Se va bene nascerà un’Australia galattica, una colonia di forzati. E sappiamo dall’inizio che in qualche modo un’inseminazione ha funzionato perché il film si apre su questa scatola alla deriva nel buio abitata solo dall’astronauta padre Monte (Pattinson) e dalla sua bambina Willow che vivono nella ripetizione dei protocolli. E come ha funzionato l’inseminazione? Quasi nel vecchio modo, diciamo con un uso parziale della tecnologia. La vita vince su tutto? Anche sul tedio filosofico di questa space opera claustrofobica: all’inizio sembra una citazione di molto già visto senza azione, poi diventa fantascienza al femminile, incentrata sull’origine del mondo, quella di Courbet, tra le gambe dell’universo

Alcuni contenuti o funzionalità non sono disponibili senza il tuo consenso all’utilizzo dei cookie!

 

Per poter visualizzare questo contenuto fornito da Google Youtube abilita i cookie: Clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome