Vincenzo Incenzo: “Renato è in un momento molto fertile”

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Il sodalizio artistico tra Vincenzo Incenzo e Renato Zero dura da oltre vent’anni (sin dal 1998), e anche se nato in maniera casuale (come racconterà lo stesso Incenzo), negli anni si è cementato grazie ad una profonda stima e intesa umana e artistica, che li ha portati a lavorare gomito a gomito non solo nella stesura di nuove canzoni, convolate nel repertorio di Zero, ma anche in tutti gli altri progetti condivisi.

Renato ha affidato infatti a Incenzo la regia del suo spettacolo teatrale Zerovskij (2018), ritrovandosi già prima a cercare il suo vivo sostegno nel progetto Fonopoli. Incenzo è stato anche autore e direttore artistico della Mostra Zero, e deve il suo esordio come cantautore proprio a Renato, produttore del suo primo album, Credo (2018). Nel presentare il suo nuovo album, Ego (uscito il 4 settembre), Vincenzo ci racconta anche alcuni aneddoti sulla lunga collaborazione con Zero.

Renato Zero è uno dei tanti grandi artisti con cui hai collaborato. A lui sei legato da una collaborazione ultraventennale. Come vi siete conosciuti? E come si è evoluto il vostro rapporto in questi anni?
Ci siamo conosciuti casualmente, al compleanno di Antonello Venditti, a casa di Antonello. Una casualità vera, perché raramente frequento le feste, ma in quel periodo Venditti era il produttore di Zarrillo, quindi siamo andati “anche per dovere”. Renato mi ha fatto i complimenti per Cinque giorni, era il periodo di successo del brano di Sanremo, si segnò poi il mio numero, dicendo che mi avrebbe chiamato.
E la telefonata è arrivata: io sono andato a casa sua, e lui mi ha praticamente sequestrato, nel senso che mi ha chiuso in una stanza con uno stereo, dicendo: “ti lascio qui, ti vengo a prendere tra tre ore, scrivimi un testo su questa musica”. Mi sono trovato quindi in questa situazione assurda: da una parte ero spaventato dalla possibilità che non avessi idee, dall’altra ero molto stimolato, perchè sapevo che poteva essere una grande chance. Alla fine è nata la prima canzone insieme, Impossibile vivere, che Renato ha cantato la sera stessa; la versione che ha cantato è quella che sentiamo nel disco, un album fortunatissimo, Amore dopo amore.

Da lì ci siamo sempre frequentati, e ci sono sempre stati testi miei negli album, quasi che ho pensato fosse una forma scaramantica, perché Renato scrive talmente bene che non ha ragione di chiamarmi sempre. Gli ultimi due anni sono stati un po’ la sublimazione di tutto ciò, prima con lo spettacolo teatrale Zerovskij, in cui mi ha dato piena fiducia, affidandomi anche la regia, e poi mi ha prodotto il primo album (Credo), insistendo proprio per farlo. Queste due azioni le reputo un segnale di grande stima e intesa umana, lui ha evidentemente colto delle cose che io stesso non avevo colto e che anzi volevo rimuovere.

Qual è la canzone che avete scritto insieme a cui sei più legato?
La prima, Impossibile vivere, perché è stato come entrare in sintonia con lui da subito. Non lo conoscevo, se non come artista, e sono stato davvero contento di trovare immediatamente una sintonia. Ci sono poi delle canzoni che ho amato molto, che sono magari meno conosciute, come Rivoluzione e In apparenza, canzone molto intima e sofferta, che sono felice abbia voluta inserire in un suo album.

Renato uscirà con una trilogia per festeggiare i suoi 70 anni, ossia con ben tre dischi di inediti. Ti ritroveremo in questo lavoro?
Non ci sono sicuramente collaborazioni nuove, perché non abbiamo scritto nuove canzoni, ma siccome ci sono tante canzoni che abbiamo scritto in passato, non è detto che Renato non abbia recuperato qualcosa tra quelle. Conferma che arriva qualche giorno dopo la nostra intervista, nella tracklist di Zerosettanta, il progetto di Renato, c’è un brano scritto da Vincenzo Incenzo, Stai Giù.

Ho sentito Maurizio Fabrizio – continua Incenzo – Renato l’ha chiamato per sistemare una canzone di parecchi anni fa. Ho capito quindi che sta recuperando delle belle cose, che magari non ha fatto in tempo a mettere nei dischi precedenti.
Renato è sicuramente in un momento particolarmente fertile, ha tanta voglia di esprimere il suo pensiero. Credo quindi che ci sarà soprattutto lui in questo progetto.

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