John Bonham: 40 anni fa ci lasciava il batterista dei Led Zeppelin

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Bonham

John Henry Bonham moriva esattamente 40 anni fa, il 25 settembre 1980. Per molti batteristi la sua foto è come un santino. Soprannominato Bonzo, dai più è considerato il miglior drummer al mondo. Velocità, potenza, groove rendono Bonham una leggenda. Aveva un carattere irrequieto, un animo impulsivo. Era una persona legata alla sua terra d’origine. Un devastatore autentico durante i tour dei Led Zeppelin.

La prima batteria

John non era un tipo da prendere lezioni. Classe 1948, originario di Redditch (Inghilterra), impara a suonare la batteria con i mezzi che ha disposizione. Questo il suo ricordo, riportato nel libro The Powerhouse behind Led Zeppelin: “Volevo fare il batterista da quando avevo circa cinque anni. Suonavo su un contenitore di sale da bagno con fili sul fondo e su una lattina da caffè rotonda con un filo sciolto fissato per dare un effetto rullante. Inoltre c’erano sempre pentole e padelle di mia madre.”

Solo dopo un po’ di anni iniziano ad arrivare i pezzi necessari per suonare davvero. “Quando avevo dieci anni, mia madre mi comprò un rullante. Mio padre mi comprò la mia prima batteria completa quando avevo 15 anni. Era quasi preistorica. La maggior parte era ruggine.” Con l’adolescenza arriva il dilemma: cosa fare nella vita? John ha un sogno, diventare un batterista professionista. Nel 1964 decide di lasciare la scuola. Il preside commenterà così: “Finirà per essere uno spazzino o un milionario”.

Gli esordi da musicista

“Quando ho lasciato la scuola ho iniziato a lavorare con mio padre. Aveva un’impresa di costruzioni e mi piaceva, e ci sono rimasto per tre o quattro anni.  Ma suonare la batteria era l’unica cosa in cui eccellevo. Se le cose andassero male, mi dicevo, potrei sempre tornare a costruire”.

I primi anni dopo la scuola li passerà lavorando per la ditta del padre come apprendista falegname. Nel tempo libero suona la batteria in diverse band locali. Il suo primo gruppo semi-professionale sono i Terry Webb and the Spiders, seguiti da altre band di Birmingham come The Nicky James Movement e The Senators. In seguito entrerà in un gruppo blues, i Crawling King Snakes, il cui cantante era un giovanissimo Robert Plant.

La musica continua ad affascinarlo. All’età di 16 anni conosce Pat Philips. Il suo amore però resta la batteria. “Ho giurato a Pat che avrei smesso di suonare la batteria quando ci saremmo sposati, ma ogni sera tornavo a casa e mi sedevo dietro i tamburi. Sarei stato infelice se non l’avessi fatto.”

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Bonham entra nei Led Zeppelin

Nel 1968 il chitarrista Jimmy Page sta mettendo su una nuova band sulle ceneri degli Yardbirds. Ed è Robert Plant a fare il nome di Bonham come batterista. Inizialmente John è riluttante ad accettare la proposta. Come musicista ha un suo nome e collabora in quegli anni con artisti del calibro di Joe Cocker e Chris Farlowe.

Il manager Peter Grant e Page assistono in estate ad una sua esibizione. Vedono in lui enormi potenzialità e non demordono facilmente. Sono disposti a tutto per convincerlo ad aderire al nuovo progetto. Decidono di “bombardare” di telegrammi il pub frequentato da Bonham, finché non si decide ad accettare. Alla fine Bonham dice di sì. È il settembre del 1968.

I New Yardbirds, questo il nome prima del definitivo Led Zeppelin, iniziano il loro primo tour a metà settembre in Scandinavia. Nel 1969 arriva il primo album e il successo li consacra già alla fine degli anni Sessanta. Nel secondo album John registra un assolo di batteria destinato ad entrare nella storia. Moby Dick diventa un appuntamento clou durante i loro concerti. Rispetto ai 4 minuti della versione in studio Bonham ama improvvisare dal vivo fino a suonare un assolo di oltre 20 minuti.

“Non tutti amano o capiscono un assolo di batteria. Mi piace introdurre effetti e suoni per mantenere il loro interesse, come il phasing sui timpani del pedale. Cerco di suonare qualcosa di diverso ogni sera, ma il piano di base è lo stesso: dalle bacchette alle mani, e poi i timbri e l’accumulo finale. Di solito suono per 20 minuti, e il più lungo che abbia mai fatto è stato poco meno di 30. È un tempo lungo, ma quando suono sembra volare”.

Il tragico epilogo

Nonostante il successo della band, John ha nostalgia della sua famiglia e della sua casa di campagna. Durante i periodi in cui è in tour sono frequenti le devastazioni. Non mancano gli abusi di alcool e droghe e le risse dalle quali il batterista non riesce a tenersi distante.

Il 24 settembre 1980 la band sta provando in vista dell’imminente tour negli Stati Uniti. John non è per nulla sobrio. Dopo che il gruppo si ritira a casa di Page a Windsor, Bonham è visibilmente ubriaco e viene messo a letto per smaltire la sbornia. Il pomeriggio successivo il bassista John Paul Jones lo trova morto nel letto, soffocato dal suo stesso vomito. Aveva solamente 32 anni. La band non è andata oltre. Poche settimane dopo i Led Zeppelin si sciolgono. Cala il sipario.

Straziante il ricordo di Robert Plant, che racconta uno degli ultimi dialoghi avuti con lui. “L’ultimo giorno della sua vita, mentre andavamo alle prove, non era così felice come avrebbe potuto essere. Ha detto: ‘Ce l’ho fatta a suonare la batteria. Tutti suonano meglio di me’. Stavamo guidando e mentre parlava tolse l’aletta parasole e la gettò fuori dal finestrino. Ha detto: ‘Facciamo una cosa, quando arriviamo alle prove, tu suoni la batteria e io canterò’. E quella è stata la nostra ultima prova”.

Questo il ricordo del suo collega Dave Grohl: “John suonava la batteria come qualcuno che non sapeva cosa sarebbe successo subito dopo, come se stesse barcollando sull’orlo di una scogliera. Da allora nessuno si è avvicinato al suo genio, e credo che nessuno lo farà mai. Penso che sarà per sempre il più grande batterista di tutti i tempi”.

1 COMMENTO

  1. Ho conosciuto la musica dei led Zeppelin al liceo ma ancora oggi non riesco a smettere di sentire , negli ultimi anni sentivo di essere attratto dalla batteria la chitarra che suono non è abbastanza mi sono accorto che John è listinto del ritmo naturale portato all’ennesima potenza la sua batteria è talento puro ,bravura,una dote che pochi hanno dalla nascita,e mi dispiace moltissimo che lui sia riuscito a vivere solo32 anni , è ingiusto meritava di stare ancora tra noi ,ma non lo dimenticheremo mai ,lui è il dio del tuono potete solo copiarlo .

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