Sotto-Zero

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“Perdonatemi se con nessuno di voi  ho qualcosa in comune.
Io sono un istrione a cui la scena dà la giusta dimensione.”

Essere Renato Zero non deve essere facile. Per un artista, non credo sia  facile cambiare il proprio nome in un nome d’arte e, spesso, sentirsi chiamare e non girarsi. Figuriamoci cambiare anche fisionomia, stile e diventare un personaggio che va “vestito” per andare in pubblico. Arriverà il momento in cui la maschera si incolla al volto e diventa  l’aspetto ufficiale, quello che ti apparirà allo specchio fin dal primo mattino.

Renato Zero è un vero istrione, dategli anche un solo spettatore, un passante, qualcuno di fronte al quale esibirsi e lui farà spettacolo. Non ha la necessità di prepararlo, di studiarlo, lo spettacolo è  lui: suoni, parole e mimica.

Ho collaborato al lavoro di Renato Zero, come suo discografico, per circa dieci anni. Dieci anni di grandi successi, che vanno dall'”Imperfetto” al “Dono”. Dieci anni in cui ci siamo divertiti a fare presentazioni bizzarre, dischi splendidi e tour strepitosi. Renato Zero, sul palco,  è un mix tra i travestimenti di David Bowie, la maestria di Elton John e la spregiudicatezza di Freddie Mercury.

Sono decine gli aneddoti che potrei raccontare., Le visite nella sua casa romana, arredata come fosse il museo della sua folle creatività. La particolare serata, trascorsa  in un raffinato ristorante. Avevamo ordinato un pesce gigantesco, prima di iniziare a litigare per questioni contrattuali. Zero, a un certo punto, con  teatralità calcolata, si era alzato e se n’era andato, offeso. Le romantiche coppiette, i clienti seduti agli altri tavoli, mi guardvano in cagnesco. Sembrava volessero rimproverarmi di aver trattato male il loro buon Renatino, il “Re  dei sorcini”. Non era proprio così. All’arrivo del pesce, decisamente enorme, ero rimasto da solo. Senza mangiare, mi sono alzato, ho pagato e mi sono avviato all’uscita, non senza prima dire, ad alta voce:- Mangiatevelo voi il pesce del vostro Renatino!- Il quale, Renatino, per prenderni in giro, in seguito, mi avrebbe regalato uno di quei pesci da appendere al muro, che si muoveva sulla musica di “Bad” di Michael Jackson.

Ma il mio titolo “Sotto-Zero”, prende riferimento da tutte le volte che ci siamo trovati in macchina, nella mia gelida Milano o nella sua fredda Roma, d’inverno, con la temperatura sottozero, con tutti i finestrini abbassati o, addirittura, con la decappottabile totalmente aperta, alla vigilia di Natale. Ogni volta veniva messa a grave rischio la mia salute. Il suo ego-desiderio, in queste occasioni, quello di “Zero-esibizionista”, era che la gente che passeggiava,  quelli fermi davanti al semaforo, la coppia sulla vespa, il rider in bicicletta, si accorgessero della sua presenza ed esclamassero:- Ma è Renato Zero, Renatinooo !!!!!- Lui si girava, con studiata incredula sorpresa, verso quel pubblico improvvisato e casuale e, sorridendo, inviava baci  gridando: – G r a n d i i i i  -.

Tutto ciò che vale veramente, che toglie il sonno e dà felicità si impara presto che non costa niente, non si può vendere né mai si comprerà. Tutti vogliono tutto, per poi accorgersi che è niente, noi non faremo come l’altra gente. Festeggiamo questi, che sono i migliori anni della nostra vita.

Buon compleanno Renato, hai avuto tanti sogni e qualcuno lo hai azzeccato.

 

Ex Direttore Generale della Sony Music, ha trascorso 35 anni nel mondo del marketing e della promozione discografica, sempre accompagnato da una grande passione per la musica. Lavorava alla EMI quando, in un periodo di grande creatività musicale, John Lennon, Paul McCartney e George Harrison hanno iniziato produzioni proprie di alto livello e i Pink Floyd hanno fatto i loro album più importanti. Sino a quando, con i Duran Duran da una parte ed il punk dall’altra, è arrivato il decennio più controverso della musica.In CBS (più tardi Sony), ha contribuito alla ricerca e al lancio di un numero considerevole di artisti, alcuni “mordi e fuggi” come Spandau Ballet o Europe, altri storici come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Cindy Lauper, Franco Battiato, George Michael, Claudio Baglioni, Jovanotti, Pearl Jam, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e tanti altri…Si fatica davvero a individuare un artista con il quale non abbia mai lavorato, nel corso della sua lunga vita tra pop e rock.

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