Francesco Guccini: «Cosa mi manca di più dei concerti? Incontrare i ragazzi»

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Note di viaggio

Il Maestro Francesco Guccini torna con la seconda parte dell’apprezzatissimo Note di viaggio.  Il secondo capitolo, Non vi succederà niente, è un omaggio alla carriera e alle poesie di Guccini da parte di tanti colleghi e giovani talenti, ma anche a una parte fondamentale della musica italiana che va ricordata, cantata e studiata pure dalle nuove generazioni.

“Quando tanti mesi addietro la barca è salpata per questo viaggio fra le canzoni di Francesco Guccini” racconta Dino Stewart, Managing Director di BMG “non immaginavo ancora quali luci e scintille avrebbero acceso i brani contenuti nel primo capitolo del nostro progetto. Il fiorire di opinioni, messaggi, discussioni sul peso artistico delle versioni reinterpretate rispetto ai brani originali ci ha dato il segnale del successo dell’iniziativa, dedicata a un
artista tuttora capace di generare un confronto costruttivo sulla propria opera. Mentre le canzoni attecchivano diventando nuovi classici gucciniani, con il coraggio delle idee che insieme a Francesco e a Mauro Pagani abbiamo sostenuto per vincere la sfida, la barca ha lasciato nuovamente il porto e con questo secondo e ultimo capitolo discografico il viaggio intrapreso arriva a compimento. Bellezza, vita, attualità: la poetica di Francesco Guccini accompagna da sempre il cammino degli italiani, ed è per questo che Note di viaggio è un progetto che non vuole essere celebrativo, ma guarda al futuro attraverso le canzoni del Maestro.”

“Fa sempre piacere avere affetto da gente che non conoscevo. Stimola il mio ego che non è mai stato molto in superficie. Il dicsco credo sia anche migliore del primo come realizzazione. Ieri ce lo siamo sentiti con Mauro, che ringrazio nuovamente” racconta Guccini.

“Tutto il progetto è stata una gran fortuna, con 24 grandi cantanti a  disposizione” afferma con fierezza il produttore Pagani. “Questa volta non c’è stata una lotta particolare per fare un pezzo. Molti facevano parte dell’infanzia creativa di ognuno. Li conoscevano e li cantavano da anni.”

“Le mie canzoni le canticchiavo e in alcuni momenti mi sono anche commosso” ammette Guccini. “Sono canzoni nate in momenti precisi della mia vita. Mi hanno quasi costretto a ricantare perchè non ho più la voce di prima”.

E a proposito della “grande assente”, La locomotiva, Pagani spiega che “Ci sono alcuni pezzi che è davvero difficile rifare perchè particolamente legati alla personalità dell’autore. La locomotiva ha anche a che fare con un mondo di scrittura diverso e lontano da quello attuale”.

Non è più un gran fruitore, il Maestro: “Da quando ho smesso non ascolto più nulla, quindi non conosco il panorama attuale,” ammette.

Tanti artisti estremamente diversi fra loro hanno ricantato i brani di Guccini, ed è difficile dare un parere oggettivo ed assoluto proprio a causa delle loro diversità: “Meglio non fare classifiche. Alcuni mi sono piaciuti di più altri meno, ma sono stati tutti molto bravi, alcuni già li conoscevo.”

“Del mutamento attuale non so nulla. Sono davanti ad un computer che adopero per scrivere. Il digitale ha il fascino del fuoco per i primitivi ormai “ ammette ridendo Guccini. “Una canzone non può avere limiti di tempo. Dipende dall’argomento che tratto e da quello che voglio dire. Non ci deve essere un limite, la canzone deve libera, col tempo necessario che serve per raccontare una storia”

E proposito delle tante presenze femminili all’interno di questo secondo capitolo, il Maestrone non ha dubbi: “Non ci deve essere differenza se una canzone è una cantata da una donna o da un uomo. Ognuno deve usare il proprio modo di cantare.”

“Lavorare con così tante canzoni ed interpreti fa rischiare di sbagliare. Questa volta c’era già un modo naturale di cantare, perchè erano già state intepretate e legate a doppio filo alla vita di chi le interpretava. Tutto è figlio anche della casualità. Quando ascolto questo disco sento come una sorta di perfetti abbinamenti, sono stato fortunato,” spiega Pagani.

Una presenza speciale è sicuramente quelladi Vinicio Capossela, che al buon Guccini dice di dovere moltissimo: “Eravamo al Club Tenco. Venne un giorno e ascoltammo una sua cassettina. Lo segnalai al mio manager di allora, e da lì ha inziato la sua carriera. Ma non ho mai prodotto nessuno. L’ho solo segnalato perchè mi era piaciuto” – ammette Guccini.

“Il sottotitolo del disco non l’abbiamo mica capito ancora” dice sinceramente Guccini. “La copertina mi piace molto, è divertente. Sembra un quadro, tipo Il quarto stato. Ovviamente deve essere tutto inquadrato nel periodo in cui il quadro fu fatto, quel proletariato non esiste più, non in quel modo”

Sul futuro imminente, che in questo momento sembra a tutti così incerto, Guccini risponde con la sua consueta schiettezza: “Io sono sempre stato pessimista, quindi non è che lo veda roseo. Il presente è segnato dalla paura del Covid. Quindi anche se abito in questo paesino di montagna posso fare la mia vita di sempre, leggere, scrovere giardare la televisione ( mi piace guardare soprattutto Rai Storia),  uscire ogni tanto a cena con gli amici. Spero di poter continuare a fare questo tipo di vita” “L’incacpacità di accettare il diverso ha sempre portato sfiga” gli fa eco Pagani.

E parlando di politica, Guccini afferma: “Più che la politica, cosa manca alla gente? Le idee delle immigrazione sono basate sulle idee della gente stessa. Manifesta dubbi e paure. Purtroppo c’è sempre meno istruzione, non si legge quasi più, non si approfondiscono certi argomenti, La politica ha fatto presa su questa ignoranza, facendo del populismo. Ed è sbagliato.”

Tornando al cast di questo lavoro, Guccini non ha dubbi: “Sono molto felice di aver avuto questi artisti, anche quelli che conoscevo meno. Forse mi sarebbe piaciuto, per spirito di ricordo, Augusto Daolio. Avere ancora Noi non ci saremo cantata come la cantava lui.”

Un duetto particolare è sicuramente quello su Autunno di Emma e Roberto Vecchioni:“Ricordo quando l’ho fatta sentire ad un mio cugino di Carpi, scomparso prematuramente, che fu anche il primo ad ascoltare “La locomotiva”. Quindi è molto legata a questa persona e ai ricordi quei momenti. La locomotiva fu scritta in 20 minuti, Autuno fu scritta con le impressioni che provenivano guardando fuori dalla finestra, a Pavana, e finita a Modena qualche anno dopo.”

Da ormai tanti anni Guccini vive a Pavana, ma il legame con Bologna resta indissolubile:”Quasi tutte le canzoni sono nate a Bologna, dove ho abitato per 40 anni. Amici, serate con gli amici a giocare a carte senza mai giocarci una lira. Era una città vivissima. Non si parlava di scuola Genovese p romana. Ma è la città città che ti avvolge in quello che fai.”

Brano a parte è sicuramente Migranti, una canzone che racconta un tema, quello dell’immigrazione, di forte importanza oggi come un tempo e che si lega senza soluzione di continuità al primo capitolo di Note di Viaggio, la cui copertina – realizzata dallo street artist
Tvboy – richiama il tema del viaggio per mare.

Anche la copertina di questo secondo capitolo è una straordinaria opera realizzata da Tvboy, nuovamente coinvolto dopo il successo del murales comparso a ottobre 2019 a sorpresa sotto gli occhi meravigliati dei passanti a Bologna in via Paolo Fabbri. Seguendo il filone dei luoghi di Guccini, questa volta è proprio Pavana, la sua città natale, la meta scelta dall’artista NeoPop per la rappresentazione dell’opera: ben chiara è l’ispirazione al Quarto
Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, con gli artisti protagonisti dell’album come i lavoratori dell’opera oggi esposta al Museo del Novecento di Milano.

“Non nasce da un momento preciso, ho dovuto pensare sull’argomento.” spiega Guccini. “Non l’ho cantata, solo alcuni versi. Non ho più la voce per cantare. I musici sono quasi tutti quelli che suonavano con me, come Antonio Marangolo o Vince Tempera.”

Da anni ormai Guccini ha deciso di lasciare il palco e di vivere la musica e la scrittura in modo differente (a breve uscirà anche un nuovo racconto). “Ma mi manca incontrare i ragazzi prima e dopo il concerto, andare a cena insieme, fare 16 bicchieri della staffa, questo mi manca. Il concerto in sè… Ho sempre avuto timore.”

Sui progetti futuri, Dino Stewart non esclude un terzo capitolo e svela anche “un lavoro incessante con l’Arena di Verona per una serata celebrativa della canzoni di Francesco Guccini”

Note di Viaggio – capitolo 2: non vi succederà niente, interamente realizzato nello storico studio Officine Meccaniche di Milano sarà disponibile nelle versioni CD Standard, CD Limited Edition numerata, Vinile, Vinile Limited Edition numerata, in streaming e digital download.

E sarà proprio dallo studio di registrazione di Officine Meccaniche che Mauro Pagani dialogherà con Francesco Guccini, in diretta dalla sua casa a Pavana, per l’evento esclusivo online laFeltrinelli in programma giovedì 29 ottobre alle ore 18.30 sulla piattaforma FetrinelliLive. A moderare l’incontro il giornalista David De Filippi.

In questo secondo volume hanno reso omaggio al Maestro di Pavana: Zucchero (Dio è morto), Fiorella Mannoia (Signora Bovary), Emma e Roberto Vecchioni (Autunno), Vinicio Capossela (Vedi cara), Gianna Nannini (Quello che non…), Jack Savoretti (Farewell), Levante (Culodritto), Mahmood (Luna fortuna), Petra Magoni (Canzone di notte n.2), Ermal Meta (Acque), Fabio Ilacqua e Mauro Pagani (Canzone delle domande consuete) e I Musici (Migranti).

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