L’incredibile storia dell’Isola delle Rose

La variante fumetto della storia della micronazione che spuntò davanti a Rimini

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L’incredibile storia dell’Isola delle Rose
di Sydney Sibilia
con Elio Germano, Matilda De Angelis, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, François Cluzet.

Su Netflix

C’era una volta – dice il film-un ingegnere e inventore anarco-idealista che si chiamava Rosa e costruì alla fine degli anni Sessanta, fuori dalle acque territoriali al largo di Rimini, L’isola delle Rose, una piattaforma su tubi riempiti d’acqua che tentò di trasformare in nazione indipendente (dove la gente ballava -quasi- il Geghegè di Rita Pavone ma si rilasciavano passaporti a quanti volevano cambiare nazionalità) con un proprio governo e l’esperanto come lingua (in esperanto la micronazione era Insulo de la Rozoj): per questo Rosa entrò in scontro frontale con il governo Leone e in particolare con il ministro degli interni Restivo che gli mandò la marina militare a cannoneggiare la piattaforma. Insomma la Democrazia Cristiana contro Elio Germano che sembra doppiato da Stefano Accorsi. La storia di partenza è vera, ma un po’ diversa: l’ingegner Rosa era un ex della Repubblica di Salò insofferente alla burocrazia della Repubblica Italiana, aiutato paradossalmente dal Partito Comunista per fare dispetto alla Democrazia Cristiana e osteggiato dal Movimento Sociale Italiano per questioni di nazionalismo. Nel film Sibilia ha previlegiato l’effetto fumetto apolitico con molte sottolineature tra il lezioso e il grottesco che si risolvono in scenette lunari. “Consulente storico” Walter Veltroni, già autore del romanzo L’isola e le rose,  a sua volta una variazione della storia vera.

 

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