Trent’anni senza Renato Rascel

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Renato Rascel

Spiegare ad un giovane del 2021 chi fosse Renato Rascel, del quale oggi ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa, è impresa ardua, al limite dell’impossibile. Rascel era un attore, un cantante, un uomo di spettacolo che incarnava un’Italia che non c’è più, un’Italia che oggi rivediamo solo in bianco e nero quando incappiamo facendo zapping su Rai Storia e per qualche istante ci fermiamo un po’ increduli ed un po’ ammaliati a vedere immagini che sembrano lontane secoli, pur essendo di fatto dell’altro ieri.

Orgoglio di Roma, Rascel era in realtà nato a Torino il 27 aprile del 1912, durante una tappa della tournée della compagnia d’arte per la quale lavoravano entrambi i genitori. All’anagrafe si chiamava Renato Ranucci, ma già negli anni ’30 decise di optare per un nome d’arte, prima Rachel e poi Rascel. Roma fu da sempre la sua città e il palcoscenico dei suoi primi spettacoli, come attore, cantante e musicista. Gracile e minuto, aveva nel suo aspetto fisico un asso importante da giocarsi quando capì che la comicità era la sua carta vincente. Inventò un umorismo nuovo, almeno per l’Italia, surreale ed irresistibile.

Nel 1942 fa il suo esordio al cinema, il film è Pazzo d’amore di Giacomo Gentilomo. Alla fine della sua carriera saranno oltre 40 i film interpretati, fra i quali ricordiamo Il cappotto di Alberto Lattuada e Questi fantasmi di Eduardo De Filippo. Negli anni ’50 spopola in teatro, fra rivista e prosa. Diretto da Garinei e Giovannini, ottiene un successo clamoroso con Attanasio cavallo vanesio e Alvaro piuttosto corsaro. Entrambi gli spettacoli diventeranno anche dei film, diretti da Camillo Mastrocinque. Sempre a teatro, nel 1970, ottiene un altro trionfo con la commedia musicale Alleluja brava gente, scritta insieme a Domenico Modugno e Iaia Fiastri. La regia è sempre di Garinei e Giovannini e con lui sul palco c’è anche un giovane Gigi Proietti.

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Uno dei grandi amori di Renato Rascel è stato la musica. Ricordiamo allora alcuni dei suoi successi musicali, a cominciare dalla splendida Arrivederci Roma, canzone del 1954 scritta dallo stesso Rascel con Garinei e Giovannini, poi cantata anche da Claudio Villa e da artisti internazionali come Dean Martin e Perry Como.

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È arrivata la bufera fu invece scritta da Rascel nel 1939, in pieno fascismo ed alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Il 45 giri, però, uscì solo nel 1955.

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Nel 1960 con Romantica, in coppia con Tony Dallara, vinse addirittura il Festival di Sanremo. La musica della canzone è sua, il testo di Dino Verde. L’interpretazione di Tony Dallara è quella di maggior successo, questa è invece la versione di Rascel, tratta dall’Eurovision Song Contest di quell’anno.

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Cinema, teatro e musica: poteva mancare la televisione? Ovviamente no. Rascel deve parte della sua popolarità anche al piccolo schermo. Indimenticabile è la serie televisiva I racconti di Padre Brown, sei episodi andati in onda a cavallo fra il 1970 ed il 1971, che vedono Rascel nei panni del sacerdote-investigatore inventato dalla penna di Gilbert Keith Chesterton. Nel 1972, invece, insieme a Ric e Gian, conduce Senza rete, programma di enorme successo. Indimenticabile è poi il suo cameo, nel 1977, nel Gesù di Nazareth diretto da Zeffirelli. Rascel interpreta il ruolo del cieco nato.

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Sposato prima con Tina De Mola e poi con Giuditta Saltarini, ha avuto un unico figlio, Cesare, nato nel 1973. Tifosissimo della Roma, Rascel si è spento a Roma il 2 gennaio del 1991, all’età di 78 anni.

Il piccolo corrazziere:

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Nato a Lavagna (GE) il 26 luglio 1970, nel giorno in cui si sposano Albano e Romina, dopo un diploma in ragioneria ed una laurea in economia e commercio, inizio una brillante (si fa per dire) carriera come assistente amministrativo nelle segreterie scolastiche della provincia di Genova e, contemporaneamente, divorato dalla passione del giornalismo, porto avanti una lunga collaborazione con l’emittente chiavarese Radio Aldebaran, iniziata nel 2000 e che prosegue tuttora. Per 15 anni ho collaborato anche con il quotidiano genovese Corriere Mercantile. Dal 2008 e fino alla sua chiusura ho curato il blog Atuttovasco.

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