In questi giorni ricorrono due anniversari riguardanti David Bowie: l’8 avrebbe compiuto 74 anni, e il 10 è il quinto anniversario della morte. Proprio quel giorno, il 10 gennaio 2016, Samuel apprende per caso che il Duca Bianco non c’è più: sul proprio smartphone gli compare un post intitolato “Addio a David Bowie”. Inizia così Saetta Rossa, un fumetto di Marco Bucci e Riccardo Atzeni pubblicato dalla Panini (224 pagine, 25 euro).
In quel momento per Samuel tutto smette di avere senso e resta letteralmente paralizzato. Per quasi duecentomila anni. Si risveglia nel 200016, in una società del futuro apparentemente non così diversa dalla sua, per quanto sia circondato da persone vestite da dinosauro, tecnologie biologiche integrate e ci sia un benessere globale. A Bologna, città in cui è ambientata la vicenda, la violenza è stata debellata, ognuno è libero di vivere come gli pare e non c’è miseria. È forse l’utopia del futuro? Samuel cercherà di scoprirlo e di ritrovare la sua dimensione senza perdere se stesso. Questa la storia che viene raccontata.
David Bowie non è il protagonista della storia, però fa capolino in continuazione: è una sorta di guida spirituale che insegna ad un ragazzo che arriva dal 2016 a vivere nel futuro. Dà preziosi consigli, ma instilla anche dubbi a volte piuttosto dolorosi.
Nelle pagine di questo fumetto il Duca Bianco appare bendato come nel videoclip di Lazarus, il suo testamento spirituale. In altre tavole invece assume le sembianze del “viandante sul mare di nebbia” realizzato due secoli fa dal pittore tedesco Caspar David Friedrich. O appare sul palco a fianco degli Spiders from Mars come Ziggy Stardust. Oppure veste i panni di Jareth, il re dei Goblin, come aveva fatto nel 1986 nel film Labyrinth.
In Saetta Rossa Marco Bucci ridefinisce i contorni della science fiction con una graphic novel magistralmente illustrata dagli acquerelli del talentuoso Riccardo Atzeni. Ed è l’ennesimo omaggio a un personaggio che pare fatto apposta per essere rappresentato nei fumetti. Forma d’arte, peraltro, che Bowie amava parecchio. John O’Connell ha rivelato nel suo Il book club di David Bowie (pubblicato recentemente da Blackie Edizioni) che tra i 100 libri che più hanno influenzato il Duca Bianco ci sono ben tre comics: le storie nazionalpopolari di Beano, le strisce satiriche della rivista inglese Viz e quelle del giornale americano Raw, fondato dal geniale Art Spiegelman e da sua moglie Françoise Mouly.