Cinque film in versioni integrale e restaurata
con sottotitoli italiani
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Il 30 luglio 2007 a Farö ci lasciava Ingmar Bergman, uno dei più eclettici e geniali artisti del Novecento. Ritiratosi da anni nel suo rifugio preferito, la isoletta sul mar Baltico tra la Svezia e la Russia, dove aveva costruito la sua casa e la sua vita, il maestro ha continuano fino all’ultimo a studiare, leggere e i rivedere i classici della storia del cinema. Nato a Upsala il 14 luglio 1918, figlio di un protestante, si forma prima come regista teatrale e poi dal ‘48 come autore cinematografico, attratto dai grandi interrogativi della condizione umana. In Monica e il desiderio del ’52 dipinge il ritratto di una ragazza inquieta e insoddisfatta che si innamora di un giovane commesso e nel ’56 firma una delle sue pellicole più famose, Il settimo sigillo, apologo grottesco sulla vita ultraterrena ambientato in un medioevo devastato dalla peste come metafora del pericolo atomico. Nel ’57 tocca a Il posto delle fragole, il viaggio di un vecchio professore di medicina che riflette sulla sua esistenza, sui successi e fallimenti aspettando con serenità la morte. Del ’61 è Luci d’inverno, incentrato sulla figura di un pastore protestante che ha perso la fede e la capacità di comunicare con i suoi parrocchiani e ancora del ’66 è Persona, storia di un’attrice caduta in una grave crisi psicologica durante una rappresentazione teatrale che la porta a un mutismo totale. Assistita da un’infermiera di grande umanità, cerca di tornare se stessa. Tra le due donne nascerà un curioso transfert della personalità. La rassegna propone anche Bergman 100: La vita, i segreti, il genio, un docufilm diretto nel 2008 da Jane Magnusson e dedicato al grande artista raccontato nel corso dell’anno 1957.