32. Trieste Film Festival

Dal 21 al 30 gennaio 2021 la nuova edizione della manifestazione diretta da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo dedicata al cinema dell’Europa centro orientale

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Foto film Malmkrog

Tredici titoli nel concorso lungometraggi e dieci titoli nel concorso documentari

Il festival, che nelle recenti edizioni si è dedicato al Muro di Berlino e alla riunificazione della Germania, si apre quest’anno con Underground, Palma d’oro a Cannes nel 1995, la favola anarchica e surreale diretta da Emir Kusturica, mentre la chiusura avverrà con un altro grande film, Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, vincitore del Grand Prix in quella stessa edizione. Tra i titoli del concorso lungometraggi si segnalano Father di Srdan Golubovic (Premio del pubblico nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale) sulla corruzione dei servizi sociali nella Serbia di oggi e Andromeda Galaxy di More Raça, protagonista un padre che tenta di tutto pur di lasciare il Kosovo alla volta della Germania per garantire un futuro migliore alla figlia.  Exil di Visar Morina, passato anche al Sundance Film Festival, è invece la storia di un ingegnere farmaceutico discriminato per ragioni etniche, mentre I Never Cry di Piotr Domalewski è ambientato tra Polonia e Irlanda e ci racconta le difficoltà di alcune famiglie separate dall’emigrazione. In the Dusk di Sarunas Bartas è tratto dal romanzo di formazione di un diciannovenne sullo sfondo della Resistenza lituana contro l’occupazione sovietica dopo la fine della seconda guerra mondiale e dalla Grecia proviene Pari di Siamak Etemadi, una madre iraniana per le strade di Atene alla ricerca del figlio studente di cui non ha più notizie. Di nazionalità rumena è invece The Campaign di Marian Crisan, una commedia satirica il cui protagonista è un politico in odore di corruzione a caccia di voti per un seggio a Strasburgo. Per finire il regista Faruk Lončarevič ci racconta in So She Doesn’t Live il più efferato caso di omicidio della Bosnia post-bellica, emblema di un mondo ancora brutale. Grande attesa è l’anteprima italiana di Malmkrog di Cristi Puiu, adattamento di I tre dialoghi di Vladimir Sergeevic Solov’ev, cinque personaggi che in una casa padronale in Transilvania discutono di religione, moralità e guerra.

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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