È morto Odoardo Veroli, da tutti conosciuto come Dodo. Fu lui, verso la metà degli anni ’60, a scoprire Francesco Guccini, che all’epoca faceva ancora il giornalista e a tempo perso suonava nelle balere. Dodo era il produttore dei Nomadi (ruolo che avrebbe mantenuto per oltre 30 anni), e fu grazie a una sua intuizione se il complesso (allora si chiamavano così) entrò in contatto con quel giovane autore ancora sconosciuto. Da questa collaborazione sarebbero nate canzoni che avrebbero fatto epoca come Noi non ci saremo, Dio è morto, Per fare un uomo e altri grandi successi del gruppo capitanato da Beppe Carletti e dall’indimenticato Augusto Daolio.
Nato e cresciuto a Modena, Dodo Veroli aveva 78 anni. La notizia della sua scomparsa è stata data dalla Gazzetta di Modena.
Dodo è stato uno degli artefici del cosiddetto «Modena beat sound» che caratterizzò gli anni Sessanta e uno degli animatori di quella fucina di talenti che è stato il bar Grande Italia in largo Bologna. Nel 1973 Dodo e il discografico Pier Farri, pensarono di dare voce e microfono a giovani cantanti modenesi in vista di un futuro tour, convincendo la Emi a pubblicare un album. Così debuttò, ad esempio, Rossana Barbieri (poi voce dei Daniel Santacruz Emsemble). Francesco Guccini e suo fratello Piero cantarono in due brani distinti (Le belle domeniche Francesco e Antidoto Piero). Alla realizzazione di quel disco parteciparono anche Franco Ceccarelli e Victor Sogliani dell’Equipe 84 e i Nomadi.
Guccini ha spesso citato Dodo nei suoi racconti. «In morte di S.F. fu aggiunta all’ultimo momento. Eravamo all’ultimo giorno di incisione, quando arriva in studio Dodo Veroli a dirci che era morta una nostra amica in un incidente stradale». E ancora: «Partiamo una sera verso Milano, io, Antonio, l’americano, Boy-Boy il cane, quattro chitarre, Dodo Veroli, niente ragazze. Quelle le troviamo su, meno Boy Boy che legge Linus. Lui va solo a bbacchette!» (Dall’introduzione di Talkin’ Milano, nell’album Folk Beat N. 1).
Il suo incontro con Dodo, Francesco lo ha raccontato così: «A Modena, si stavano dando da fare Dodo Veroli e Corrado Bacchelli, due vecchi amici incaricati dalla Emi di curare un promettente gruppo di Novellara, i Nomadi, che aveva già inciso Come potete giudicar. Dodo mi chiese se avessi qualche brano pronto. Io gli feci ascoltare Noi non ci saremo, che gli piacque subito moltissimo e che i Nomadi incisero a firma Pontiack-Verona».