Federico Poggipollini diventa Gianni Morandi (e non solo)

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Voglia di giocare e di sperimentare, voglia di trasformarsi e divertirsi. Questo è lo spirito con cui Federico Poggipollini ha lavorato alla cover e al video di Varietà, brano del 1989 di Gianni Morandi.

Il video, ambientato nel camerino del Covo Club di  Bologna, fa da scenario ai tanti trucchi a cui Fede di sottopone prima di salire sul palco. Il chitarrista prova ad impersonare personaggi della storia della musica che sono anche i suoi miti: JImi Hendrix, Charlie Chaplin, Keith Richards, John Lennon. Ma nulla sembra convincerlo, fino a che non interpreta lui, il conterraneo Gianni Morandi.  

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Il brano, famosissimo, scritto da Mario Lavezzi e Mogol, diventa una canzone stile Poggipollini, ricca di chitarre e suoni totalmente nuovi rispetto all’originale, in cui lo stesso Morandi si diverte a reinterpretare.

Ed è proprio una frase della canzone a dare lo spunto per l’originale idea del videoclip:  «“Io vorrei proprio che tu mi assomigliassi un po’”. Questa è una frase di Varietà, quella che anticipa il ritornello. E da questa frase abbiamo costruito l’idea del video», spiega Poggipollini. «Se penso alla parola varietà mi viene in mente il varietà, mi viene in mente un camerino, lo stesso dove abbiamo girato il video, citando le cose che fanno un po’ parte della mia storia, da Charlie Chaplin a Keith Richards, a Jimi Hendrix, a John Lennon, per arrivare infine ad assomigliare a Gianni Morandi, che si è prestato sia a mettere la voce, sia a partecipare al video. È un artista e un uomo di assoluta gentilezza e disponibilità con cui è stato un piacere collaborare».

Un cameo sia nella canzone che nel video, per Gianni Morandi, che alla fine della clip mette una mano sulla spalla di Fede come segno di affetto e approvazione. A volte le canzoni che segnano, per qualche motivo, la nostra vita sono destinate a ritornare in modo così prepotente da voler essere ricantate, ma a modo proprio.

«Ho sentito suonare Varietà la prima volta da Mario Lavezzi. Lui non se lo ricorderà, ma io sì. Avevo intorno ai 20 anni e stavo promuovendo Bella signora di Gianni Morandi, che era il singolo che stava lanciando in quel periodo», racconta il chitarrista. «Ricordo che ero in un camerino e sentii questo brano meraviglioso cantato dal vivo da Lavezzi. Non potevo non inserirlo in Canzoni rubate, il suo ricordo era indelebile.»- racconta Fede.  « Ho cercato di personalizzare il brano rendendolo il più mio possibile. In questo caso le chitarre acustiche e il basso fanno da tappeto sonoro per il riff immersivo in stile Bowie. Un amico di vecchia data, Luca De Gennaro, mi ha subito detto, ascoltandola, quanto la sentisse british, new wave e chitarrosa nell’arrangiamento. È mio personale modo di omaggiare il brano .»

La cover farà parte del prossimo lavoro di inediti di Poggipollini, Canzoni rubate, in cui il chitarrista ha deciso di reinterpretare brani pop famosi sia italiani che internazionali.

 

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