25 marzo 421. Quel giorno sarebbe nata Venezia. Mica vero. Ma tant’è: il 25 marzo è diventato a tutti gli effetti il giorno in cui questa meravigliosa città compie gli anni: oggi ne compie 1.600! Auguri, perché comunque stiamo parlando di una delle città più belle del mondo, sempre affascinante nonostante i suoi tanti problemi…
Piedi, occhi, naso. Sono i tre organi che a Venezia subiscono più sollecitazioni. Cammini tutto il giorno, percorrendo centinaia di calli e campielli, fondamenta e sottoportici, un ponticello ogni poche decine di metri, stradine dove devi dar di gomito per andare avanti. La sera sei un vero rottame. L’unica consolazione è che sembra una città davvero democratica: non essendoci auto (lo status symbol per eccellenza), ricchi e poveri sono messi sullo stesso piano, entrambi sono costretti a consumare le suole delle scarpe.
Gli occhi poi non hanno un attimo di tregua: ovunque rivolgi lo sguardo c’è qualcosa di bello. Le facciate dei palazzi sono semplicemente straordinarie. È un po’ come essere a Las Vegas, però qui è tutto vero. E dentro, quei palazzi sono ancora più belli, arredati come nel Settecento. Oppure sono stipati di opere d’arte dal valore inestimabile.
E se chiudi gli occhi, il naso ti ricorda che sei a Venezia: soprattutto quando è caldo, c’è puzza ovunque. Un tanfo micidiale sale dai fondi limacciosi dei canali, i tombini esalano odori melliflui. Un proverbio dice: d’istà, anca i stronsi gaégia (“d’estate, anche gli stronzi galleggiano”). E un altro recita: se se vol rìdar, bisogna discórar de merda (“se si vuol ridere, bisogna conversare di cacca”). Insomma, per i veneziani l’argomento è ricorrente.
E i turisti maleducati (anche se in questo periodo scarseggiano causa Covid) peggiorano la situazione: Venezia è una città magnifica ma rischia di morire. È un po’ un cane che si morde la coda: se i turisti scomparissero in modo definitivo, l’economia locale collasserebbe. Ma se continuano ad invaderla, a maltrattarla, a portarsi a casa foto ricordo senza rispettare la natura rischia di diventare come Disney, peggio di Disney.
Forse è per questo che mi è venuto in mente Guccini, con quella magnifica canzone che le ha dedicato:Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare, la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi, Venezia la vende ai turisti… (musica di Gian Piero Alloisio, testo di Alloisio-Guccini). Se ci andate, mettete questa e altre canzoni “a tema” nel vostra playlist: potrebbero aiutarvi a riflettere. E magari ad amare un po’ di più questa città. Che può sopravvivere solo grazie a un autentico atto d’amore. Di chi ci vive. E soprattutto di chi la visita distrattamente rubandole frammenti della sua autenticità.
La scelta di canzoni è vasta, ecco qualche suggerimento:
Venezia di Francesco Guccini
Com’è triste Venezia di Charles Aznavour
Fame un spritz di Sir Oliver Skardy & Fahrenheit 451
Pin Floi dei Pitura Freska
Venessia in afito dei Pitura Freska
Miracolo a Venezia di Francesco De Gregori
Acqua alta in piazza San Marco di Giampiero Artegiani
We open in Venice di Sammy Davis Jr, Frank Sinatra & Dean Martin
Venezia degli Hombres G.
Rain in Venice di Steve Harley
Blue room in Venice di Rick Wright
La bellezza di Roberto Vecchioni
J’adore Venise di Ivano Fossati
Nelle paludi di Venezia di Angelo Branduardi e Teresa Salgueiro
Venezia-Istanbul di Franco Battiato