I primi dieci anni di “S.C.O.T.C.H.” di Daniele Silvestri

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Giornata di ricorrenze, oggi.
Mentre qui vi abbiamo parlato del decennale dalla pubblicazione di Vivere o niente di Vasco Rossi, compie i suoi primi dieci anni anche S.C.O.T.C.H. di Daniele Silvestri, pubblicato il 29 marzo 2011.

Uscito a 4 anni di distanza dal precedente (e bellissimo) Il latitante, S.C.O.T.C.H. ha il duro compito di tenere alta l’asticella dopo brani dall’incredibile successo commerciale come La paranza, Gino e l’Alfetta, A me ricordi il mare, oltre a gemme un po’ più nascoste come Mi persi, Io fortunatamente e Sulle rive dell’Arrone.

Nei mesi precedenti alla pubblicazione del disco c’era già stato modo di “fare conoscenza” con alcuni dei brani che poi avrebbero composto l’album, infatti bisogna partire con un piccolo aneddoto che forse in pochi ricorderanno: a novembre del 2010 Silvestri è ospite della trasmissione Vieni via con me, condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano, in cui interpreta Io non mi sento italiano di Giorgio Gaber, ma per un problema al gobbo elettronico non vengono visualizzate le parole e il cantautore romano si “perde” alcuni pezzi di canzone. Per farsi in qualche modo perdonare promette di tornare in una successiva puntata della trasmissione per presentare un brano inedito: la promessa viene mantenuta e Silvestri presenterà quindi Precario è il mondo, in una versione diversa (e, per chi scrive, più bella) da quella che poi è finita in S.C.O.T.C.H..

Qualche mese dopo saranno altri due singoli, lanciati in contemporanea l’11 marzo 2011, a fare da veri e propri apripista per l’album: stiamo parlando di Ma che discorsi e Monito®.

Il 29 marzo finalmente esce l’album, altra prova monumentale dell’artista romano, che ormai ci ha abituato a dischi lunghi e corposi: ci troviamo di fronte, infatti, a ben 15 brani più una bonus track disponibile solo su iTunes, ovvero Rock for president, demo in inglese di Monito®.

Già a partire dalla copertina ci sono da annoverare delle curiosità: infatti troviamo Silvestri letteralmente attaccato al muro con dello scotch. Questa è una citazione di un’opera del famoso artista Maurizio Cattelan, il cui aveva “messo al muro” con la stessa tecnica il suo gallerista Massimo De Carlo.
Ma anche il titolo si presta a più interpretazioni: la parola “scotch” è tutta puntata come in un acronimo, ed infatti all’interno del libretto troviamo una serie di possibili giochi di parole per spiegare in maniera alternativa il titolo dell’album.

Ma è proprio il nastro adesivo in quanto tale ad essere protagonista di una delle canzoni più intime del disco, ovvero proprio Lo scotch. Nella canzone, infatti viene rappresentato in quella che è la sua funzione principale: chiudere scatoloni per un trasloco. Oltre alle preziose collaborazioni di Bunna e di Peppe Servillo, in questo brano troviamo la prima apparizione del compianto e grande Andrea Camilleri in un disco, che in una conversazione su un treno col cantautore romano recita parte di un suo racconto, Being Here.
La storia di questa collaborazione ce la racconta proprio il cantautore romano: «Su Andrea Camilleri devo dire che non esiste suo scritto che io non abbia letto. Lo adoro. Addirittura in tempi non sospetti feci un’intera canzone dedicata alla sua Vigàta, ma non l’ho mai pubblicata. Ci eravamo conosciuti in alcuni incontri dedicati a Nino Cordio, che reputo uno straordinario pittore, poi l’ho contattato per una collaborazione sul disco ed è stato meravigliosamente generoso ad accettare perché è un uomo più impegnato di Obama. Ho scelto di fargli interpretare in treno uno stralcio del suo racconto “Being here”, dove Charles Zuck torna da Chicago a Palermo e scopre di essere dato per morto. Alla domanda cosa abbia provato a leggere il suo nome sul Monumento ai Caduti Zuck risponde: “Rimpianto che le cose non siano andate come c’è scritto sulla lapide. Mi è toccato vivere”. Inizialmente avrei voluto che scrivesse qualcosa apposta per il disco, ma poi il suo racconto non noto è stata la scelta migliore. Mi piaceva l’idea che questa storia con protagonista un vecchio dato per morto introducesse il mondo dei Borsellino, protagonisti del brano successivo, “L’appello”. La forza con cui Salvatore, fratello di Paolo, ha preso la sua eredità è quella di un uomo che si batte per qualcosa che vive».

E veniamo proprio a L’appello, vero e proprio pezzo di classe dell’album che con una musica allegra da marcetta, quasi circense, parla in realtà di un argomento terribilmente serio: la morte di Paolo Borsellino raccontata appunto coi panni del fratello, Salvatore, che lancia un appello affinchè si trovi il suo fratello magistrato.
La cosa che trovo assolutamente geniale di questo brano è il fatto che non venga mai nominato Paolo Borsellino, ma si faccia riferimento a lui con un gioco di parole (“Questo è un appello / Io sto cercando in giro mio fratello / Scomparso all’improvviso a fine luglio / ‘mezzo a un bordello, / E con addosso sembrerebbe solo un piccolo borsello). Centrale nel brano, ovviamente, la famosa agenda rossa in cui il magistrato teneva gli appunti delle sue indagini e sparita dopo la sua morte (“Ma se penso al tempo che è passato / E quanto ancora passerà / No non credo proprio che sia giusto / E che sia giusta questa orribile omertà / Perché si sa, si sa, si sa, si sa / che la faccenda è grossa / e per di più c’era un’agenda rossa / e non si trova più”).

Scorrendo tra gli altri brani dell’album annotiamo qualche curiosità ulteriore: come già accennato Precario è il mondo è stata pubblicata in una versione diversa rispetto a quella che era uscita come singolo a fine 2010 e vede la partecipazione di Raiz, che in una parte del suo intervento cita Che bella faccia, brano presente nel precedente album di Silvestri, Il latitante, e dedicato a Silvio Berlusconi.
Un’altra curiosità ce la porta Io non mi sento italiano, a cui manca una strofa rispetto all’originale di Giorgio Gaber, l’unica con una spinta “orgogliosamente positiva”, ovvero quella riferita ai vanti italiani, come il Rinascimento, quando gli stranieri ci considerano solo “spaghetti e mandolino”, probabilmente per acuire ancor di più il contrasto delle parole delle altre strofe col senso della canzone.

Tra le altre canzoni degne di nota troviamo una genialata pura come La chatta, parodia de La gatta di Gino Paoli e riferita alle ormai vecchie chat su cui tutti noi over 30 abbiamo passato grossa parte della nostra adolescenza prima dell’avvento di Facebook e degli altri social network. La cosa che rende ancor più geniale il brano è la partecipazione dello stesso cantautore genovese, che prima è protagonista inscenando un siparietto telefonico in cui Silvestri gli chiede l’autorizzazione per fare il brano e poi canta a sua volta il ritornello modificato (“C’era una volta una chat / sul sito di Macchianera / in disuso e ormai vecchia, / così come il terminale / con una finestra / su un piccolo schermo blu. / Ora non navigo più là, / tutto è cambiato, / non navigo più là. / Ho un profilo bellissimo, / bellissimo ‘ncoppa’a Facebook.”).

Da ricordare sicuramente tra i pezzi forti dell’album c’è sicuramente Sornione, brano di apertura dopo la breve introduzione de Le navi e che vede la partecipazione di Niccolò Fabi, oltre ad Acqua stagnante, piccolo capolavoro nascosto e purtroppo mai arrivato all’attenzione del grande pubblico.
Chiude il disco un altro piccolo capolavoro che vede semplicemente la voce di Silvestri accompagnata dal pianoforte di Stefano Bollani e che potrebbe essere, dopo 10 anni, un ritratto perfetto dell’Italia di oggi e del momento che viviamo: stiamo parlando di Questo paese, di cui vi riportiamo integralmente il breve testo.

La grandezza di questo paese
non è più nelle piazze, non è nelle chiese.
Non è Roma di marmi, fontane e potere,
né Milano, tradita da chi se la beve.
Non è Genova o Taranto, signore del mare,
non è Napoli e questo è persino più grave.
Non è più divertente tirare a campare,
soprattutto non è originale.
La fortuna di questo paese
non è più degli artisti,
non è delle imprese.
Non c’è nei discorsi di chi vado a votare,
se grandezza ce n’è non si riesce a vedere.
Così hai voglia a cercarla tra i mille canali,
sia su quelli analogici che sui digitali,
ma non serve aumentare la definizione
per vedere più grande un coglione.

 

Ma non è finita qui!
Il 22 novembre 2011, quindi in vista delle feste natalizie, è stato pubblicato S.C.O.T.C.H. Ultra Resistant edition, edizione speciale contenente 2 cd e un dvd: nel primo cd si trova l’album S.C.O.T.C.H., nel secondo ci sono tre inediti: Il viaggio (pochi grammi di coraggio) è stata scritta da Silvestri appositamente per il film Immaturi – il viaggio, uscito nelle sale pochi giorni dopo il lancio del brano come singolo.
Nel dvd, che è stato venduto anche singolarmente, si può trovare la registrazione del concerto tenuto all’Ippodromo delle Capannelle di Roma il 18 luglio 2011 insieme a tanti ospiti.

Tracklist
1. Le navi
2. Sornione (feat. Niccolò Fabi)
3. Cos’è sta storia qua
4. Fifty-fifty
5. Acqua stagnante
6. Precario è il mondo (feat. Raiz)
7. La chatta (feat. Gino Paoli)
8. Io non mi sento italiano
9. Monito®
10. Ma che discorsi
11. Acqua che scorre (feat. Diego Mancino)
12. Lo scotch (feat. Bunna, Peppe Servillo e Andrea Camilleri)
13. L’appello
14. In un’ora soltanto
15. Questo paese
16. Rock for President (bonus track iTunes)
17. Il viaggio (pochi grammi di coraggio) (bonus track Ultra Resistant edition)
18. Caro architetto (bonus track Ultra Resistant edition)
19. Goccia a goccia (bonus track Ultra Resistant edition)

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