Nuevo Orden

Ricchi contro poveri contro militari contro tutti in Messico

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Nuevo Orden
di Michel Franco
con Naian González Norvind, Diego Boneta, Monica del Carmen, Dario Yazbek Bernal, Javier Sepulveda

Com’è vecchio il nuovo ordine. A modo suo anche il film. Siamo in Messico. Si comincia con un matrimonio di ricchi, molto ricchi, interrotto da un saccheggio di poveri, molto poveri, preceduto da lanci di vernice verde e da acqua verde nei rubinetti come segno della rivolta. Surreale? I ricchi sono ovviamente sordi ai bisogni dei poveri (un ex dipendente della famiglia della sposa chiede soldi per operare la moglie, e glieli negano) e i poveri derubano per quanto possibile i ricchi e nel caso li ammazzano. Iperreale? La sposa evita il massacro perché è di buon cuore, esce di casa per portare in ospedale la moglie dell’ex dipendente e viene sequestrata dai militari. Quando i poveri hanno finito di massacrare i ricchi, i militari iniziano a rapire, stuprare e torturare tutti, i ricchi (chiedendo riscatti) e i poveri (tanto per tenere il controllo). La sposa sequestrata è il ricatto/riscatto numero 16. Alla fine è un tutti-contro-tutti che sta a mezza strada tra la distopia che sconfina nell’horror e il thriller a base di macelleria messicana. Irreale? La metafora dovrebbe essere: il paese è corrotto, la forbice tra ricchi e poveri è insostenibile, il bisogno d’ordine genera il superfascismo, al comando restano i soliti e tutta questa fantasia che mescola il disturbante di Haneke con i film sui cartelli della droga alla fine torna all’orrore del già visto del Cile di Pinochet o dell’Argentina di Videla. È un film politico sull’impossibilità del cambiamento, sulla rivoluzione permanente o sulla violenza straniata e astratta che fa chic?

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