Ligabue al Festival della Parola di Chiavari: «Ho fatto 800 concerti, un terzo di quelli che ho in testa»

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Ligabue

Una chiacchierata fra amici, con 204 “invitati” (i fortunati che sono riusciti a prenotare il biglietto), compresa una piccola ma calorosa delegazione del “Bar Mario”. Questo è stato l’incontro con Ligabue che ieri sera ha aperto l’edizione 2021 del Festival della Parola di Chiavari, incontro che doveva tenersi in piazza e che gli organizzatori sono stati costretti a spostare al palazzetto dello sport per via delle previsioni meteo poco favorevoli. Location meno suggestiva, ma questo non ha in alcun modo influito sulla riuscita di una serata che ha avuto in Ligabue il mattatore assoluto, coccolato dagli sguardi dei fan seduti sulle due gradinate.

Il video 1991-2015 di Urlando contro il cielo ha annunciato l’ingresso del Liga, accolto da cori ed applausi. Sollecitato da Massimo Poggini, direttore di Spettakolo!, il rocker di Correggio ha subito raccontato il suo primo concerto, «di domenica pomeriggio, davanti a cento persone, all’ora della tombolata, mentre iniziavano i secondi tempi delle partite». Negli anni, ovviamente, i numeri sarebbero poi cresciuti. «Non sapevo che stare su un palco mi facesse stare così bene», ha detto Ligabue, che ha poi citato il concerto di Campovolo del 2015 come quello «più vicino al concerto perfetto». In trent’anni di carriera, il Liga si è esibito davanti al pubblico più di 800 volte. «Siamo a circa un terzo di quello che ho in testa», ha rassicurato i fan che, facendo due conti, possono sperare ancora in circa 1.600 concerti da vedere in futuro.

Ligabue ha poi ricordato la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2014, quando Fabio Fazio lo convinse ad aprire la kermesse cantando Creuza de mä di Fabrizio De André. Fino ad allora aveva sempre rifiutato di partecipare al Festival, convinto che fosse una manifestazione che crea troppa tensione. Non scelse proprio un’edizione tranquilla. Il sipario non si apriva e Fazio fu costretto ad entrare sul palco di lato, mentre due operai minacciavano il suicidio della balconata. «Sono uscito dopo l’avvio più drammatico della storia di Sanremo, accompagnato dal solo Mauro Pagani col bouzouki», ha ricordato con un sorriso il Liga.

Gli amici sono stati un altro argomento della chiacchierata. Quelli di sempre, che incontra tutti i venerdì sera in un «bar ricostruito», un gruppo di circa 25 persone, molte delle quali portano il braccialetto di Ancora noi, e Claudio Maioli, il manager di una vita, conosciuto «casualmente» 35 anni fa e collaboratore fondamentale del Liga.

Ligabue non si è sottratto alla domanda di Poggini su quello che è stato il momento forse più delicato della sua carriera, quando intorno al 1998 aveva accarezzato addirittura l’idea di abbandonare la musica. «Se mi fermo chiudo in bellezza», pensava allora il Liga, ma poi la voglia e il bisogno di tornare a fare concerti ebbero la meglio. «Ho fatto un album intitolato Miss Mondo in cui ho parlato di questo disagio», ha confessato Ligabue. Un album terapeutico, a suo modo.

Il video di Volente o nolente è stato l’occasione per parlare anche di Elisa. Il rocker di Correggio ha ricordato di aver scritto la canzone nel 2006 all’epoca di un altro grande successo affidato alla cantante friulana, Gli ostacoli del cuore. «Ho voluto tenere la voce di Elisa di allora, quella del demo dell’epoca, ma con una produzione tutta nuova», ha spiegato il Liga ai fan sugli spalti.

Fra gli ospiti della serata c’era anche Massimo Cotto, che circa un anno fa con Ligabue ha pubblicato il libro È andata così. «Di tutti i libri che ho scritto è il più bello – ha detto Cotto – Non racconta soltanto la sua vita, ma anche la mia e forse quella di tutti noi». È andata così è anche il titolo della serie girata a Correggio da Duccio Forzano, a sua volta presente all’incontro, che prossimamente potrà essere vista su RaiPlay. Saranno sette puntate, ognuna composta da tre episodi. Parlando di questa serie, Ligabue ha raccontato anche la genesi di Radiofreccia, il suo primo film da regista. «Durante la lavorazione mi sono venuti in primi capelli bianchi», ha ricordato divertito.

Ligabue ha parlato anche del figlio Lenny, polistrumentista che si occupa anche di produzioni. Attualmente sta lavorando al nuovo album dei ClanDestino, scritto a seguito della scomparsa di Luciano Ghezzi. Un disco atteso con curiosità ed effetto da tutti i fan.

Prima dei saluti finali, il Liga ha quindi ricevuto il premio “Ambasciatore della Parola”, la grande novità del Festival della Parola 2021, ed è anche una sedia chiavarina, simbolo dell’artigianato locale. L’ultimo atto di un incontro che resterà per sempre nella memoria dei pochi e fortunati fan presenti ieri sera in Liguria.

La fotogallery di Silvia Saponaro:

Nato a Lavagna (GE) il 26 luglio 1970, nel giorno in cui si sposano Albano e Romina, dopo un diploma in ragioneria ed una laurea in economia e commercio, inizio una brillante (si fa per dire) carriera come assistente amministrativo nelle segreterie scolastiche della provincia di Genova e, contemporaneamente, divorato dalla passione del giornalismo, porto avanti una lunga collaborazione con l’emittente chiavarese Radio Aldebaran, iniziata nel 2000 e che prosegue tuttora. Per 15 anni ho collaborato anche con il quotidiano genovese Corriere Mercantile. Dal 2008 e fino alla sua chiusura ho curato il blog Atuttovasco.

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