Ci sono molte battaglie animaliste sacrosante ed altre pienamente legittime, che le si condivida o meno. Ogni tanto capita però di imbattersi in prese di posizione così balzane che si fa perfino fatica a credere che qualcuno abbia davvero speso tempo ed energie per partorirle.
Per esempio: l’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), sul proprio blog, recentemente ha bollato la canzone La gallina di Cochi e Renato come «un inaccettabile insulto agli animali». La parte del testo che non piace all’associazione è quella che recita «la gallina non è un animale intelligente, lo si vede da come guarda la gente»: Aidaa vorrebbe che venisse eliminato l’avverbio “non” in quanto in quella parola starebbe «l’insulto verso i polli e le galline».
Bontà sua, l’associazione riconosce che «si tratta di una canzone d’altri tempi», ma non demorde dalla sua richiesta: «Sarebbe il caso di superare definitivamente, anche con delle modifiche se del caso, canzoni che allora facevano sorridere ed oggi rischiano invece di far piangere la stragrande maggioranza degli italiani».
Il piccolo dettaglio che la canzone di Cochi e Renato, campioni di una comicità surreale rivoluzionaria in Italia a cavallo fra gli anni sessanta e settanta, sia semplicemente un divertissement all’insegna del nonsense che, mezzo secolo dopo, un sorriso lo strappa ancora senza fomentare alcun odio specista nei confronti del simpatico animale da cortile, evidentemente nemmeno sfiora l’Aidaa.
Se volete leggere il comunicato integrale cliccate qui, se invece volete passare tre minuti allegri guardate il video sottostante (la canzone è stata scritta dagli stessi Cochi e Renato con Enzo Jannacci):
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