Lodo Guenzi si racconta nella cornice di “Musica in Castello”

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Teatro Maggiore di Verbania

Immaginate di trovarvi in città, più precisamente a Bologna, in un caldo pomeriggio di agosto e di scoprire, quasi per caso, grazie a una storia su Instagram, che un Artista (parola divenuta ormai di luogo comune), si sarebbe esibito a un’oretta di macchina da voi.

Immaginate poi che, con un paio di telefonate, riuscite a trovare i biglietti per la serata in questione e di venire di colpo catapultati nella meravigliosa corte di un palazzo comunale di un piccolo paese del cremonese, uno di quei posti che, pur essendo al di là del Po, non avreste problemi a immaginarli percorsi da Don Camillo e Peppone, anche perchè, in fondo, eravate dentro il Comune e l’unico rumore che arrivava a “disturbare” l’evento dall’esterno era la campana della chiesa…

È dalla Corte Comunale di Piadena Drizzona, in occasione della manifestazione “Musica in Castello”, che Lodo Guenzi è salito sul palco per mettersi a nudo. Una chitarra acustica, un bicchiere di lambrusco e tanta voglia di raccontare, di usare la sua persona, la sua storia, non per parlare di sè o celebrarsi, ma per lanciare messaggi, spunti e riflessioni.

In questi giorni spesso si è abusato del termine “Artista”. Abbiamo scoperto che ognuno ha la sua definizione preferita. Personalmente credo che il rispetto delle regole c’entri poco. Penso più che il vero Artista abbia un’attitudine, un’attitudine che gli permette, nel suo campo, di riuscire ad arrivare a una platea più o meno grande, mettendosi a nudo. Che sia in grado di raccontarsi, ma di saper usare il suo vissuto, le sue esperienze, le sue emozioni, per arrivare a tutti.

E sotto questo punto di vista Lodo Guenzi è un vero artista. Si potrebbero usare tante parole per descriverlo, ma credo che quella in grado di metterlo più a fuoco sia SINCERO. È vero, in molti diranno che se non sei sincero non puoi salire su un palco ed essere credibile. Ma se sali su un palco e usi la tua storia per parlare di diritti, di Afghanistan, di regole, di bellezza, di Guccini e Bello Figo e di sociale, allora sincero lo devi essere fino in fondo, perchè altrimenti gli altarini uscirebbero allo scoperto in men che non si dica.

Il tema che ha fatto da collante a tutta la serata è stata la libertà. Non la libertà del fare ciò che si vuole, ma la libertà del poter essere, davvero, tutti uguali. Un libro aperto in cui Lodo ha “sfruttato” la sua persona e le sue esperienze (dall’accademia d’arte drammatica al Festival di Sanremo) per mettersi a nudo, evidenziare le sue fragilità, suonare ovviamente qualche canzone, ma soprattutto far riflettere e arricchire tutti i presenti.

Perchè forse il vero ruolo dell’artista è anche questo: a modo suo, arricchire.

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