In un manicomio vicino a New Orleans una ragazza coreana ( Jong-seo Jun di The Call e L’amore brucia) pettinatura da horror e camicia di forza dopo mesi di vessazioni guarda negli occhi una guardiana maligna e le fa fare un gesto autolesionista. Ne guarda negli occhi un altro e si fa liberare. Guarda negli occhi un poliziotto e quello si spara in una gamba. Però, per aiutare Kate Hudson madre single e ballerina di lap dance con grande cuore e molti bisogni, guarda negli occhi i maschi stupidi del locale e i passanti che prelevano ai bancomat e si fa dare un po’di soldi. Ci sarebbe anche un incontro con un dj quasi spacciatore sbiellato e dolce e con il figlio di Kate Hudson che come da cliché, essendo figlio di made caotica, provvede a sé da sé e ha doti da disegnatore. I poteri paranormali della fanciulla coreana sono al minimo sindacale, la favola sembra un videoclip dilatato e ripetitivo per quante musiche si porta dietro (ovviamente Mona Lisa e una variazione demenziale di Odio l’estate di Bruno Martino), e la regista Ana Lily Amirpour ha dietro di sè A Girl Walks Home Alone at Night, da lei definito “il primo spaghetti western di vampiri iraniani“ e The Bad Hatch, sempre da lei definito “love story di cannibali postapocalittici nei deserti del Texas”. Pare farà il remake di Cliffhanger
Venezia 78. Mona Lisa and the Blood Moon
Ragazza coreana con poteri paranormali scappa da manicomio a New Orleans